È ormai uscito di scena dalla corsa alla presidenza della Repubblica Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, ed irpino doc di Atripalda, più volte tirato in causa come candidato tecnico. Cassese, premiato nella cerimonia l’irpino dell’anno, era infatti tra i papabili per il Quirinale. Le strategie politiche hanno portato il Pd, partito di riferimento del premier Renzi, a indicare un altro nome della Corte costituzionale quale candidato ideale. Si tratta di Sergio Mattarella, 74 anni, professore, ex democristiano, il cui nome nella prima fase degli scrutini è stato blindato. Mattarella, palermitano, con un fratello politico ucciso dalla mafia, ha un grande legame con la politica irpina. Basti pensare che tra i tanti incarichi è stato ministro Per i rapporti con il Parlamento nel 1988 con l’ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita con il quale ha avuto sempre un’amicizia di ferro. De Mita nel Transatlantico della Camera ha dichiarato l’altro giorno all’agenzia il Velino: “Mattarella è una persona perbene”. Una vita da democristiano la sua. Un uomo diccì vecchio stampo di cui è stato dirigente, un temporeggiatore moralista, che non alza i toni e media fino al logoramento. Sul web spopola infatti un altro commento del leader di Nusco per indicare la sua pacatezza: “In confronto a lui, Arnaldo Forlani era un movimentista”. Lo stesso De Mita gli diede l’incarico di occuparsi del partito in Sicilia appoggiando la candidatura di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo. Dal nome del possibile presidente della Repubblica deriva il Mattarellum, la legge elettorale. Di lui è passato anche il no alla legge Mammì sulla disciplina delle televisioni. Berlusconi e Alfano hanno detto no a Mattarella. Renzi secondo il cavaliere ha tradito il nazareno. Sabato la possibile fumata bianca per il dodicesimo Presidente della Repubblica.
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