Annunciato, temuto, da alcuni sperato, lo strappo è arrivato. Nessuno lo dice apertamente, ma in pratica la scissione è consumata, anche se i promotori ci tengono a precisare che si tratta di una ‘’componente interna a Forza Italia e Berlusconi è il nostro leader''. Fatto sta che il taglio del nastro di Forza Campania, con tanto di simbolo, è stato celebrato in una gremita sala di un albergo napoletano. Otto i componenti del consiglio regionale che ne fanno parte, tra loro i due irpini Antonia Ruggiero e Sergio Nappi. Un numero sufficiente per mettere in crisi Palazzo Santa Lucia. In prima fila siede anche il regista dell’operazione, l’ex sottosegretario Nicola Cosentino. Nel mirino c’è il presidente della Regione Stefano Caldoro: al governatore i cosentiniani chiedono un patto di fine legislatura e un rimpasto di giunta che metta alla porta gli assessori tecnici. Se la frattura dovesse farsi ancora più profonda, Forza Campania è pronta a correre da sola alle amministrative in alcune città e finanche alle elezioni regionali dell’anno prossimo.
Le due fazioni, ormai, hanno in comune solo il sostegno a Berlusconi, per il resto sono divise su tutto. Forza Campania contesta la gestione del partito a livello territoriale e le nomine calate dall’altro.
Dal quartier generale dei berlusconiani si sottolinea che il partito è e deve essere uno solo. Quindi per avviare un dialogo bisogna sciogliere la fronda e tornare nei ranghi: ‘’Non c’è spazio per due liste – dice il coordinatore regionale De Siano- che hanno gli stessi riferimenti''. Sulla stessa linea il coordinamento provinciale di Avellino guidato da Cosimo Sibilia: ‘’Non c’è nessuna spaccatura perché Forza Campania si colloca al di fuori di Forza Italia’’. Insomma, il caso sembrerebbe chiuso. Ma tutti sanno che il peso elettorale di Cosentino e dei suo fedelissimi, se lo strappo dovesse consumarsi definitivamente, potrebbe rappresentare la fine di Forza Italia in Campania.