A parole sono tutti d’accordo che bisogna tagliare gli enti inutili. Passare dalle parole ai fatti, però, non è semplice. Il caso riguarda le Province. Il 31 gennaio prossimo i Consigli d’Italia, compreso quello di Avellino, si riuniranno per dire “no” allo svuotamento di funzioni degli enti e alla loro progressiva soppressione. Lo faranno attraverso l’approvazione di un identico ordine del giorno.
Nel documento, redatto dall’Unione delle Province Italiane, si sostiene l’incostituzionalità di tale atto. Nel contempo l’Upi si dice d’accordo ad una riorganizzazione e razionalizzazione delle amministrazioni che passi però soprattutto attraverso l’eliminazione degli enti intermedi, come agenzie, società e consorzi vari, che svolgono impropriamente funzioni che possono essere esercitate dalle province. Per conseguire questi obiettivi si chiede di non commissariare gli enti per i quali è previsto il voto in primavera, prorogando gi organi democraticamente eletti fino a nuova riforma.
A sostegno di tale iniziativa ci sono le cifre diffuse dall’Upi. Le Province, si legge nello studio, rappresentano solo l’1,35% della spesa pubblica complessiva del Paese. Spesa che in questi anni è già stata ridotta fortemente, come fortemente è stato ridoto il numero del personale politico e burocratico.
L’ordine del giorno sarà approvato, probabilmente con qualche distinguo del centrosinistra alternativo, anche da Palazzo Caracciolo. La maggioranza, compreso lo stesso presidente Sibilia, da tempo sostiene che l’abolizione dell’ente penalizzerebbe duramente una zona interna come l’Irpinia. Il rischio è quello di essere sopraffatti da Napoli e Caserta. L’esempio classico è quello dei rifiuti; cosa sarebbe successo al territorio di Avellino senza la battaglia antidiscariche condotta anche dalla Provincia. Il temaè destinato a rimanere al centro del dibattito politico dei prossimi mesi.
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