L'annuncio arriva in apertura dell'assemblea dei sindaci della Provincia di Avellino, convocata per approvare il bilancio dell'ente. Il presidente-sindaco ha deciso: dopo settimane di riflessione, animate da indiscrezioni e voci di corridoio, ha sciolto la riserva. Gambacorta resta in sella e non si dimette: Per comunicarlo sceglie l'ultimo giorno utile. ''Non mi candido'', scandisce davanti ad una platea attenta e a buona parte della giunta del Tricolle. Almeno per il momento, chiarisce subito dopo. ''Sono un uomo di partito e se dovessero mutare le condizioni non escludo un mio impegno''.
Evidentemente la confusione che regna nella politica italiana, le incertezze sulla legge elettorale, gli ostacoli ad una probabile elezione, hanno consigliato a Gambacorta di soprassedere.
Nulla cambia dunque, né ad Ariano né a Palazzo Caracciolo, dove a questo punto rientra anche il dissenso del Pd che con Caterina Lengua conserva la vicepresidenza dell'ente.
I democratici avevano infatti minacciato di rompere l'intesa istituzionale nel caso in cui, come chiesto da Forza italia, le dimissioni fossero state accompagnate dalla nomina di un vicepresidente del centrodesstra per non lasciare la provincia nelle mani del centrosinistra.
Data per scontata la ratifica del documento contabile, nel suo intervento Gambacorta traccia anche un bilancio dell'attività dell'ente: bilancio positivo, dice, nonostante i tagli che ogni anno il governo mette in campo.
Commenta l'articolo