Lo scontro interno nel Pd, tra la sinistra e l’area franceschini, si fa sempre più duro.
Dimissioni della segretaria provinciale Caterina Lengua e partito affidato nelle mani di un comitato composto dai rappresentanti del Pd nelle istituzioni e nella direzione nazionale. E cioè Paris, Famiglietti, D’Amelio, Vittoria e De Luca. Una sorta di comitato di garanzia con dentro onorevoli e consiglieri regionali che traghetti il partito al congresso.
La proposta arriva al termine di una conferenza stampa convocata pochi giorni dopo la rimozione forzata di Francesco Todisco dal ruolo di vicesegretario del Pd. E l’ormai ex numero due di via tagliamento ripercorre tutta la vicenda a partire dalla compagna elettorale delle amministrative per arrivare fino ad oggi. Alla segretaria Todisco pone una serie una domande sulle liste per le amministrative, su chi le ha fatte, chi le ha approvate, chi le ha modificate. E ancora: chi ha deciso l’alleanza con scelta civica e autonomia Sud; chi ha deciso la strategie all’Asi e all’Alto Calore. Chi, infine, ''ha deciso la mia revoca avvenuta tramite comunicato stampa e subito dopo le mie denunce sull’irregolarità del bilancio''.
De Stefano, Enzo De Luca e Lengua sono meri esecutori di burattinai che stanno altrove. I nomi li fa Lucio Fierro. Per lo storico riferimento della sinistra interna del Pd, i manovratori sono Mancino, Zecchino e Gargani. Sono loro i padroni del Pd.
Todisco chiarisce anche perché non si è dimesso prima che la segretaria lo revocasse.
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