E' un classico, ad ogni competizione elettorale il Pd va in frantumi. L'antico vizio della sinistra assume il ruolo di protagonista anche nelle elezioni per il rinnovo dell'ente Provincia. Al 9 ottobre, data del voto, manca ancora qualche settimana, eppure definire surriscaldati gli animi di via Tagliamento, è un eufemismo. Lo scontro interno questa volta va assumendo i contorni della battaglia definitiva. Da un lato c'è il segretario De Blasio che vuole cacciare Festa perchè si è presentato con una propria lista, anche se in appoggio a Foti. Dall'altro Festa, che insieme alle minoranze di Fierro e Ricciardi, vuole togliere la poltrona di segretario a De Blasio perché non ha portato la lista Pd in assemblea per il via libera definitivo. Non solo, il segretario è accusato di gestione oligarchica del partito. Insomma, altro che stracci: vola di tutto. Agli organi di garanzia l'arduo compito di pronunciarsi sui ricorsi. Il clima, dunque, è da guerriglia. Basta sentire le parole del candidato presidente Foti per rendersene conto. Placcato dai cronisti, così il sindaco risponde alla domanda se non ha paura che le divisioni interne possano minare la sua figura e la sua campagna elettorale: ''Non ho paura di nessuno, solo di me stesso''.

Foti replica anche al centrodestra, che aveva parlato di incapacità ad amministrare il capoluogo, soprattutto si scaglia contro l'ex

sindaco Galasso, che oggi milita in Forza Italia e che lasciò anzitempo il comune per candidarsi al Parlamento.

Come se non bastasse anche nel resto del centrosinistra c'è maretta. Autonomia Sud di Arturo Iannaccone annuncia di essere presente con un suo esponente dentro la lista Alleanza Civica. In una nota congiunta i componenti della lista, Sel, Irpinia di Base e Scelta Civica, smentiscono la presenza di Autonomia Sud, così come di qualsiasi trattativa. Insomma, Iannaconne si voleva imbucare, ma è stato lasciato sull'uscio.