Dal Coordinamento provinciale Pd "un senzo alla nostra storia" riceviamo e pubblichiamo:
"Convocati senza averlo richiesto dalla Commissione Nazionale per il Congresso, abbiamo con pacatezza denunciato come sia inconcepibile ritenere regolare il tesseramento 2013 di Avellino e lo abbiamo fatto sulla base di prove numeriche che non si prestano a confutazioni:
a) Il numero di votanti per le primarie per scegliere i candidati al Parlamento è stato pressocché eguale a quello degli iscritti di oggi: solo che alle prime partecipavano gli elettori, al secondo i tesserati;
b) Il rapporto iscritti voti in 47 circoli su una novantina è inferiore a tre voti per ciascun tesserato: la Commissione Nazionale, con un documento tardivo, ha ritenuto malsano un rapporto dieci a uno; in questo elenco c’è la crema del voti bulgari per De Blasio con tutti gli “orticelli” di chi lo ha sostenuto;
c) A Napoli, altro tesseramento sotto osservazione, gli iscritti sono 22.000, meno del doppio che da noi; solo che i voti del PD sono dieci volte tanto. Abbiamo lo stesso numero degli iscritti di Caserta, ed è a tutti noto come in quella terra le cifre siano “ballerine”
Abbiamo sostenuto tre altre considerazioni:
• che le pratiche di brogli congressuali vengono da lontano e che assumere come riferimento il numero di chi avrebbe votato al precedente congresso significa cancellare i ricorsi contro i brogli perpetrati anche allora. Chi ha voglia di una prova legga l’intervista a la7 del sindaco di San Sossio che candidamente ha affermato “ne ho comprate a decine per amici e parenti”.
• che questo gruppo dirigente, quello che ha espresso De Blasio, è sempre quello che, sicuro dell’impunità, l’ha fatta da padrone nella gestione, violando ogni regola possibile (mancata elezione della Commissione amministratrice e mancata sostituzione del tesoriere dimissionario; mancata approvazione del bilancio consuntivo 2011 e approvazione “farlocca” di quello del 2012; mancata approvazione delle liste elettorali nelle elezioni comunali, ivi compresa quella del capoluogo).
• che lo spettacolo sconcio della domenica del voto sotto via Tagliamento si sarebbe potuto evitare se le nostre proposte fossero state valutate con serenità e se i nostri ricorsi sulle irregolarità registrate in città al De Sanctis, a Bellizzi, a Laboratorio Democratico fossero stati esaminati e si fosse intervenuto. Non averlo fatto, se fa di De Blasio il piffero di montagna che è andato per suonare e risulta suonato, non consente oggi a De Blasio ed ai suoi di lamentarsi che vi è stato il tentativo di “poteri oscuri” di mettere le mani sul PD. Se questo è avvenuto la responsabilità è della Grella e di chi le ha scritto la lezioncina. Una cosa è certa: dei tanti ricorsi sul tesseramento e sullo svolgimento dei congressi non ve ne è uno solo che riguardi circoli nei quali Todisco ha preso più voti. La Commissione si è riservata di decidere. Non ci aspettiamo nulla di positivo e non certo perché la forbita oratoria della Grella abbia convinto qualcuno. Il quadro del PD è purtroppo quello che leggiamo sui giornali e non vediamo uno scatto, un tirar fuori gli “attributi” che vi possa mettere riparo. Avevamo un dovere morale di testimonianza. Non sappiamo se serve a futura memoria. Saranno i prossimi passaggi, quelli elettorali, quelli giocati sulle schede vidimate dalla Prefettura a dirci se il PD pagherà o meno per questi guasti di immagine che suoi dirigenti gli arrecano. A noi spettava solo dire che non siamo tutti eguali, come Cuperlo non è eguale a Renzi."
"Convocati senza averlo richiesto dalla Commissione Nazionale per il Congresso, abbiamo con pacatezza denunciato come sia inconcepibile ritenere regolare il tesseramento 2013 di Avellino e lo abbiamo fatto sulla base di prove numeriche che non si prestano a confutazioni:
a) Il numero di votanti per le primarie per scegliere i candidati al Parlamento è stato pressocché eguale a quello degli iscritti di oggi: solo che alle prime partecipavano gli elettori, al secondo i tesserati;
b) Il rapporto iscritti voti in 47 circoli su una novantina è inferiore a tre voti per ciascun tesserato: la Commissione Nazionale, con un documento tardivo, ha ritenuto malsano un rapporto dieci a uno; in questo elenco c’è la crema del voti bulgari per De Blasio con tutti gli “orticelli” di chi lo ha sostenuto;
c) A Napoli, altro tesseramento sotto osservazione, gli iscritti sono 22.000, meno del doppio che da noi; solo che i voti del PD sono dieci volte tanto. Abbiamo lo stesso numero degli iscritti di Caserta, ed è a tutti noto come in quella terra le cifre siano “ballerine”
Abbiamo sostenuto tre altre considerazioni:
• che le pratiche di brogli congressuali vengono da lontano e che assumere come riferimento il numero di chi avrebbe votato al precedente congresso significa cancellare i ricorsi contro i brogli perpetrati anche allora. Chi ha voglia di una prova legga l’intervista a la7 del sindaco di San Sossio che candidamente ha affermato “ne ho comprate a decine per amici e parenti”.
• che questo gruppo dirigente, quello che ha espresso De Blasio, è sempre quello che, sicuro dell’impunità, l’ha fatta da padrone nella gestione, violando ogni regola possibile (mancata elezione della Commissione amministratrice e mancata sostituzione del tesoriere dimissionario; mancata approvazione del bilancio consuntivo 2011 e approvazione “farlocca” di quello del 2012; mancata approvazione delle liste elettorali nelle elezioni comunali, ivi compresa quella del capoluogo).
• che lo spettacolo sconcio della domenica del voto sotto via Tagliamento si sarebbe potuto evitare se le nostre proposte fossero state valutate con serenità e se i nostri ricorsi sulle irregolarità registrate in città al De Sanctis, a Bellizzi, a Laboratorio Democratico fossero stati esaminati e si fosse intervenuto. Non averlo fatto, se fa di De Blasio il piffero di montagna che è andato per suonare e risulta suonato, non consente oggi a De Blasio ed ai suoi di lamentarsi che vi è stato il tentativo di “poteri oscuri” di mettere le mani sul PD. Se questo è avvenuto la responsabilità è della Grella e di chi le ha scritto la lezioncina. Una cosa è certa: dei tanti ricorsi sul tesseramento e sullo svolgimento dei congressi non ve ne è uno solo che riguardi circoli nei quali Todisco ha preso più voti. La Commissione si è riservata di decidere. Non ci aspettiamo nulla di positivo e non certo perché la forbita oratoria della Grella abbia convinto qualcuno. Il quadro del PD è purtroppo quello che leggiamo sui giornali e non vediamo uno scatto, un tirar fuori gli “attributi” che vi possa mettere riparo. Avevamo un dovere morale di testimonianza. Non sappiamo se serve a futura memoria. Saranno i prossimi passaggi, quelli elettorali, quelli giocati sulle schede vidimate dalla Prefettura a dirci se il PD pagherà o meno per questi guasti di immagine che suoi dirigenti gli arrecano. A noi spettava solo dire che non siamo tutti eguali, come Cuperlo non è eguale a Renzi."
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