“Non possiamo più accettare l'immagine del PD che sta passando in questi giorni attraverso l’esternazione di alcune dichiarazioni dei “maggiori azionisti” del partito, cosi come loro stessi si amano definire”. Lo scrive in una nota Franco Iovino, dirigete democratico di area veltroniana: “Una querelle che a mio avviso lascia il tempo che trova perché questi stessi non si accorgono di non essere rappresentativi. I cittadini “democratici” si organizzano nei territori non sentendosi più rappresentati da questa classe dirigente, in movimenti zonali e autonomi nei quali fanno vivere le idee che il PD, quello di Via Taglianento, non sa più interpretare. Assistiamo ad atteggiamenti assurdi e anacranostici: Venezia da una parte rispolvera metodologie ormai arcaiche, relative al periodo dei galoppini che consegnavano il loro pacchetto di tessere ai capicorrente di turno, ed in questo modo, a seconda del peso, decidevano già il congresso. Dall'altra Fierro, l'altra faccia della stessa medaglia considerando che i suddetti governano insieme il partito, fingendo di opporsi a Venezia, cerca con parole poco eleganti di occupare l’altra parte del campo. Si tratta di una diatriba questa che non esiste ma artatamente viene costruita al fine di occupare i ruoli della maggioranza e della minoranza nel Pd, facendola passare come uno scontro tra parte moderata e sinistra nel PD. Voglio ricordare che l'inadeguatezza di certa classe dirigente, cosi come già affermato dallo stesso Fierro, è una cosa già da me sottolineata ma dimostrata anche nei fatti che si verificano in questi giorni. Si pensa solo a dividere, come mostrano le situazioni di confusione che sussistono nei comuni dove a breve si andrà al voto, dove manca una linea unica nel PD. Questi stessi, ancora per il principio dei due forni, creano situazioni predeterminate di spaccatura per crearsi un proprio spazio. A mio avviso, prima si pone fine a queste 'governance' di parte, cosa ben distinta dal vero PD, meglio è per i democratici, per i cittadini e per le loro problematiche, e per l'Irpinia tutta. Sarebbe auspicabile, invece, una discussione accesa sui tanti problemi che affliggono la nostra terra e che si aggravano ogni giorno sempre più. Basta scorrere le pagine dei giornali, con dati allarmanti, non ultimo quello dei 9 mila giovani qualificati che lasciano la Campania per trovare sistemazione lavorativa al Nord, risorse queste che il nostro territorio lascia, perdendo cosi possibilità di sviluppo».
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