Riceviamo e pubblichiamo la nota di Fabrizio Procopio, già dirigente provinciale del PD e portavoce di Harambee, che valuta le primarie democratiche:
«È stato un momento di rottura: vecchie cariatidi della politica finalmente fuori dal partito. Una segreteria che pare fatta di persone nuove. Ma non basta. Personalmente, non ho votato Renzi, non amo la rottamazione, specialmente quando poi si mettono come capolista dei telamoni della politica provinciale. Aggiungo che ad Ariano ho visto al seggio persone notoriamente di centrodestra, e questo di certo mi lascia perplesso. Come si può mettere la propria faccia e venire a votare ad una elezione primaria di un partito che non è il proprio? Mi riferisco a Luciano Leone, consigliere uscente di una amministrazione di centrodestra, ed anche a parenti e truppe cammellate di esponenti notoriamente legati al centrodestra arianese, o comunque non al PD. Una delle malattie da cui questa città deve guarire è il trasformismo ad uso personale. Per quel che mi riguarda ho fatto un semplice e volontario passo indietro rispetto ad una ipotesi di candidatura nell’assemblea del partito. Sono stato dirigente per due mandati consecutivi. Quando vado affermando che le cariche politiche e istituzionali devono durare non oltre due mandati consecutivi applico questa convinzione a partire da me stesso. Quindi ci siamo avvicendati con un arcinoto nome della politica: Antonio Ninfadoro, il quale, anche se frequenta l'area da poco, riuscirà sicuramente a fare non bene ma benissimo. Ninfadoro è politico esperto e navigato, sono circa vent'anni che è sulla scena, mi fido di lui. Ad Ariano si è creato una nuova area, un circolo che ancora non è stato ufficializzato. Possiamo parlare al momento, come accadde per il circolo Foa di Avellino, di comitato promotore. Ci sono stati degli incontri, anche con alte figure istituzionali del partito. C'è sicuramente un'esigenza di un nuovo circolo che funzioni. Con Carchia siamo andati alla deriva più completa. Un PD lavativo per tre anni. Nessuno ne ricorda un gesto politico significativo. Le poche iniziative apprezzabili, come per il commercio nel centro storico, sono finite prima di cominciare, tradendo le aspettative degli esercenti che si erano interessati e avvicinati. L'unica volta che Carchia si è veramente interessato a qualcosa è stato quando si è trattato di ciò che riguarda la sua personale professione privata: il tribunale. Allora lo abbiamo visto anche vispo. Il resto sono state noiose e inutili riunioni trimestrali informali con convocazioni per sentito dire, a volte nel suo studio privato, conferenze stampa in circoli privati, interpartitici convocati su base comitivale. Un sito web del PD lasciato a marcire. Un'incapacità ad effettuare una minima raccolta fondi fra gli iscritti per pagare l'affitto della sede facendolo invece diventare un peso economico per qualcuno, e su questo va la mia solidarietà a Bevere, sempre disponibile. Il partito è diventato un fatto privato, padronale, personale, timocratico direi. Nel vecchio circolo chi non è d'accordo viene marginalizzato ed escluso. Dal nuovo eventuale circolo mi aspetto tutt'altro. Dal nuovo circolo mi aspetto che sia un luogo politico che non sia espressione di una parte. Un posto dove si rispettano le minoranze. Dove le scelte si discutono e si votano sempre. Altrimenti non è più un circolo di partito e diventa una setta, una combriccola, o nel migliore dei casi una comitiva di persone completamente omologate. Cosa ci sarebbe di diverso dal vecchio circolo? In un recente comunicato stampa si parla di circolo Berlinguer che nasce dall'area Cuperlo, eppure credo ci sia stato un refuso di stampa, o un momento confusionale di chi ha fatto il comunicato. Non si è mai votato il nome del circolo. Soltanto discussioni appena accennate, mai una votazione. L'onorevole Paris ne è testimone. Io personalmente sono per intestare il circolo a una donna, magari espressione del mondo laico e scientifico, una donna di sinistra, ad esempio Margherita Hack. Oppure magari ad un eroe del PD, ucciso dalla camorra, come il sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Vengo da una adolescenza e una prima gioventù comunista, figurarsi se ho qualcosa contro Berlinguer. Ma in un momento storico e politico in cui vince Renzi la gente ci dice che c'è un'urgenza, una domanda di vivere il nostro tempo, la nostra epoca. Quindi penso che una figura contemporanea sia molto più appropriata per un circolo del PD. E poi si potrebbe interpretare questo come il circolo dei vecchi comunisti che mangiano i bambini e non è così. Un circolo non nasce da un'area politica. Chi afferma questo commette uno scivolone, un'ingenuità politica. Come un iscritto o un cittadino che non ha votato Cuperlo come potrebbe vedere un ipotetico circolo? Si avvicinerebbe mai? Certo che no. Significherebbe configurarsi come esclusivi sin dal primo momento. Se invece fosse proprio così, allora certamente non sarebbe il mio circolo. Mica vado a fare la minoranza della minoranza. A quel punto viva il vecchio circolo. Credo che in molti siano interessati ad un nuovo circolo del PD e non ad una restaurazione del PCI nella città di Ariano. Non bisogna confondere le radici con le foglie e i frutti. Un circolo non può nascere sull'esclusione. Io voglio parlare con tutti i democratici. Non si può dire “o sei come noi o sei fuori”, forse va bene in Forza Italia ma non nel PD. In politica non ha mai funzionato il motto “meno siamo e meglio stiamo”, non si può cantare “vengo anch'io no tu no”. Se si tratta di un'alternativa bene, ma se è una fotocopia con l'intestazione cambiata allora non mi troveranno».
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