Il dirigente provinciale Pdl, Ines Fruncillo, in relazione alle polemiche registrate in questi giorni dichiara quanto segue:
“Pur non avendo mai avuto una grande attitudine alla sovraesposizione mediatica, mi trovo costretta a replicare alle affermazioni di chi induce alla polemica argomentando banalmente. Forse è per paura di essere dimenticato. Per quanto attiene il concetto di democrazia, abbiamo sicuramente visioni profondamente diversi. I D’Ercole, padre e figlio, non riescono a farsi una ragione di una democratica decisione, democratica perché condivisa dalla quasi totalità dei dirigenti non solo provinciali, cioè quella di non candidare a sindaco Giovanni. Nessuno lo voleva. Speriamo di non dover sopportare questa lagna ancora per tanto tempo.
Di argomentazioni politico programmatiche nelle loro affermazioni non ve n’è traccia, discutono solo della necessità di rimuovere il coordinatore provinciale,considerata la mentalità, forse è perché vogliono diventarlo loro, padre o figlio fa lo stesso. Se hanno i numeri lo facessero. Franco D’Ercole, inoltre, dimentica di avermi proposto nei mesi scorsi la candidatura alla Camera nella lista Fratelli d’Italia, allora non ebbe a mostrare alcuna pregiudiziale nei miei confronti.Ora sostiene di non essere stato sulla soglia di quel partito e critica la sottoscritta per la sua provenienza da “Italiani nel Mondo”, che è stata un’esperienza legata al concetto di internazionalizzazione. E’ opportuno, per completezza di ragionamento, rammentare che la responsabilità penale é personale e non collettiva….ma credo che abbiano sufficiente esperienza per saperlo!!
La dinastia D’Ercole – il papà Franco non ha criticato il partito e non si è preoccupato di Gargani o Zecchino quando è stato portato in trono alla guida dell’Alto Calore – di fatto si è posta fuori dal partito quando è stata negata la candidatura di Giovanni alla carica di sindaco di Avellino. Una candidatura che Giovanni voleva a tutti i costi, tanto da dare vita al movimento Viva Avellino (più un de profundis che un inno, per come si sono messe le cose per lui), per poi tirarsi indietro sostenendo di aver ricevuto un invito da Caldoro.
Diceva Pound: “Se non sei disposto a correre qualche rischio per le tue idee o le tue idee non valgono nulla o non vali niente tu”. E mi domando: come mai i D’Ercole non sono stati disposti a correre qualche rischio per l’IDEA della candidatura a sindaco?”.
Io mi fermo qui, perché è ben radicato in me il concetto di decenza e di maturità.Spero che questa città sopravviva all’assenza politica di D’Ercole padre e figlio…vorrà dire che aspetteremo il nipote!!
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