Francesco Pionati è pronto a scendere in campo per la sua città candidandosi a Sindaco di Avellino. Il Segretario Nazionale di Alleanza di Centro, intervistato dall’edizione irpina de Il Sannio Quotidiano diretto da Luca Colasanto, rompe gli indugi: “L’ipotesi c’è sempre stata perché Avellino è il mio cuore politico rappresenta le radici della mia famiglia – dice Pionati -. Ci muoveremo per assicurare quella che io ritengo la priorità: tenere il gruppo di De Mita lontano dalle redini del potere in città. Già nelle ultime elezioni questa operazione è riuscita. Dobbiamo ripeterla. Tutti i guai che la città sta passando e che ci rendono tristemente famosi in Italia (tunnel, città ospedaliera, Mercatone, etc.etc.) sono riconducibili alle fameliche orde gestite negli anni passati da De Mita che hanno utilizzato il Comune di Avellino come una terra da saccheggiare. Purtroppo grazie all’ex presidente del Consiglio, siamo diventati una barzelletta, una ‘continua sagra della polpetta’. “Dobbiamo recuperare dignità e fare diventare Avellino quel gioiello che dovrebbe essere – ha aggiunto il parlamentare -. In questa direzione il mio impegno sarà totale e, come nelle ultime Amministrative sono certo che saremo determinanti per battere il progetto demitiano che, devo dirlo per amore di verità, si è sviluppato grazie alla cedevolezza del PdL”. “De Mita – ha sottolineato Pionati - si accanisce contro la nostra provincia trattandola come un feudo personale e permettendosi di portare alla vice presidenza della Regione suo nipote incapace di farsi eleggere in Consiglio provinciale nel collegio di Nusco. Nell’Udc campana De Mita è isolato e minoritario, la forza del partito è a Napoli e Caserta. Gli è rimasta questa ultima area di influenza dove il suo potere è in fase di arretramento. Voglio portare l’Irpinia fuori dal Medioevo. De Mita invece rappresenta proprio il peggiore feudalesimo. Servono progetti al di là dei partiti che diano speranze e ruolo ai giovani. Il modello di sviluppo impostato da De Mita è fallito. E oggi l’Irpinia è un deserto industriale. Bisogna fare altro, bisogna valorizzare le risorse che derivano dal territorio anche se siamo in grande ritardo. E’ la battaglia che voglio condurre, senza paura di perderla, sono certo di essere nel giusto. La pericolosità del modello demitiano risiede proprio in questo: poiché il privato è in crisi profonda De Mita utilizza il pubblico come strumento da cui attingere potere e risorse. De Mita si trova con Casini e non è un caso. Dopo 30 anni in politica si illude di essere un rinnovatore. Credo che le pernacchie che gli hanno fatto Montezemolo e l’editoriale di Galli Della Loggia sul Corriere Della Sera spieghino – chiude Pionati - anche bene perché in Italia Casini ha una cosa sola da fare: andarsene a casa”
Commenta l'articolo