Sono stati giorni di intensa riflessione per il presidente della provincia Cosimo Sibilia che ha dovuto sciogliere il nodo dimissioni per trovarsi in corsa alle prossime elezioni politiche. Sibilia alla fine ha scelto di non lasciare l’incarico e di rimanere alla guida della provincia di Avellino pur avendo velleità di ritornare a Roma da senatore. Il numero uno di Palazzo Caracciolo non ha intrapreso la strada del suo collega di partito Luigi Cesaro, presidente della provincia di Napoli, che ha rassegnato le dimissioni e del collega Cirielli di Salerno che ha avviato la procedura di incompatibilità a costo di rischiare la candidatura stessa alle politiche. Ma sfida a parte, Sibilia è fiducioso che possa aprirsi un varo legislativo entro il 28 ottobre. Se ad Avellino si sono scatenate le reazioni alle dimissioni del sindaco Galasso, è pur vero che Sibilia si è trovato di fronte ad una situazione politico amministrativa diversa perché la provincia vive un momento decisivo rispetto ad alcune questioni quali il riordino territoriale. La provincia di Avellino stando così le cose diventerebbe un territorio molto più appetibile e politicamente importante con l’annessione della provincia di Benevento perché conterebbe più di 700 mila abitanti. Poi sul tappeto dell’amministrazione provinciale ci sono ancora problemi quali i rifiuti, per cui la Regione deve lanciare il piano integrato così come richiesto dall’Ue, e quindi è necessaria la partecipazione dell’ente di Palazzo Caracciolo e le problematiche del riordino delle strutture sanitarie. L’amministrazione Sibilia sta affrontando anche le questioni dello sviluppo contemplate nel Patto quali banda larga, piattaforma logistica e l’Alta Capacità Napoli – Bari con la stazione in Valle Ufita. Sul tavolo però c’è anche una questione scottante, quella del lavoro con una miriade di vertenze aperte sul territorio.
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