«Dubito che sia corretta la fiducia chiesta dal Governo sul Ddl Delrio. La richiesta di fiducia, costituzionalmente atipica, si spiega in quanto legata ad atti di gestione e di amministrazione del governo, che ne qualificano la sua azione ed il legame con la sua maggioranza. Ma non si spiega sulle questioni che attengono alle istituzioni che, per contenuto e rilievo, non possono motivarne la richiesta». Lo dichiara Giuseppe De Mita, deputato dell’Udc e vicepresidente del gruppo “Per l’Italia” alla Camera.
«Sotto il profilo politico – conclude De Mita – c'è poi la stranezza che da un lato si dice che le riforme vadano fatte con una maggioranza più ampia e dall'altro si pone la questione di fiducia proprio sul terreno istituzionale. In questi termini si sta perdendo l'occasione di correggere un testo i cui limiti non sono legati, come si racconta, alle Province, ma all'abnormità per numero e competenze delle Città Metropolitane, che costeranno molto di più dei risparmi sperati. Dovremmo abituarci tutti a ritenere che la diversità di opinioni è una ricchezza che aiuta a fare meglio le leggi e che la lealtà al Governo non può ridursi a servilismo».
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