Primo passo verso il superamento delle Province, almeno così per come le abbiamo conosciute fino ad oggi. Il Senato ha infatti dato il via libera al Disegno di Legge Delrio che non le cancella ma le svuota degli attuali poteri, trasformandoli in enti di secondo livello non elettivi dove i componenti saranno scelti tra i sindaci e i consiglieri comunali e siederanno a titolo gratuito. Il presidente della nuova provincia sarà designato tra i primi cittadini e rimarrà in carica quattro anni. Il primo effetto della riforma, che comunque attende l’ok definitivo della Camera, sarà la proroga dei commissariamenti a tutto il 2014 e lo stop alle elezioni previste per le province in scadenza. Dal primo gennaio 2015 entrerà in vigore il nuovo sistema. Dunque più che una abolizione si tratta di un declassamento, trasformando l’ente, nella sua organizzazione, in una sorta di comunità montana senza indennità. Le province perderanno molte delle loro competenze e i dipendenti in esubero verranno trasferiti verso Regioni o Comuni.
Tra le funzioni, edilizia scolastica degli istituti superiori e rifiuti, in teoria, dovrebbero passare ai comuni che però in accordo tra loro possono decidere di affidarle al nuovo ente. In capo alla provincia resterà gestione e costruzione delle strade.
La riforma è stata molto criticata in Irpinia. Per il senatore Sibilia: ‘’’Il ddl Delrio è un provvedimento inutile e dannoso, un pasticciaccio infarcito di demagogia. A parte i numerosi profili di incostituzionalità, siamo infatti di fronte a una legge che mortifica le comunità e penalizza pesantemente le aree interne, senza alcuna riduzione dei costi. I veri sprechi sono altrove. A cominciare dalle Regioni, dispendiose e improduttive, che andrebbero immediatamente abolite’’.
Critico anche l’onorevole Giuseppe De Mita: ‘’I limiti del testo sono evidenti – dice il deputato Udc- troppe le competenze trasferite alle città metropolitane, dove previste, che costeranno molto di più dei rispermi sperati’’. Da De Mita è arrivata una critica anche al metodo scelto dal governo di chiedere la fiducia, metodo che di fatto ha chiuso ogni spiraglio a dibattito e modifiche.
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