Urne chiuse alle ore 20 a Palazzo Caracciolo dove oggi si è votato per il rinnovo dell’ente Provincia e del consiglio provinciale. Affluenza sostenuta per tutta la giornata, oltre il 90% degli aventi diritto, tra sindaci e consiglieri, si è recata ai seggi. In serata folla soprattutto nella sezione riservata ai piccoli comuni.
Hanno votato invece questa mattina i due aspiranti presidenti, il sindaco di Avellino, Paolo Foti e quello di Ariano Domenico Gambacorta.
I grandi elettori sono stati chiamati a scegliere anche i 12 consiglieri che siederanno nel parlamentino dell’ente. Il sistema è abbastanza complesso. I comuni sono divisi in cinque fasce in base alla popolazione residente. Il voto degli elettori ha un valore progressivo, nel senso che più è grande il comune più conta ogni singola scheda. Le schede sono due, una per il presidente, l’altra per il consiglio provinciale. Sei le liste in campo per il parlamentino, eletto con il sistema delle preferenza. Dunque per la prima volta il rinnovo dell’ente avviene attraverso un’elezione di secondo livello che tiene a casa i cittadini. E non c’è da stupirsi se i dintorni di palazzo Caracciolo sono popolati esclusivamente da amministratori e rappresentanti dei partiti, mentre tutto intorno la vita scorre come nulla fosse. Clima cordiale, strette di mano, siparietti più o meno comici come quello che ha visto protagonista l’onorevole Giordano e il sindaco Foti. Davanti ad un testimone d’eccezione come il presidente De Mita, il deputato di Sel confida al primo cittadino del capoluogo che non lo voterà.
Altro siparietto la stretta di mano a favore di fotografi e operatori tra i due contendenti.
Sul taccuino delle curiosità c’è da annotare anche che De Mita si è presentato al seggio dimenticando la carta d’identità: ‘’Tanto la conoscete questa faccia’’, ha detto
Aneddoti a parte, ora l’attesa è tutta per domani. Lo spoglio inizierà alle 8: prima verranno scrutinate le schede per il presidente, poi quelle per il consiglio. In tarda mattinata il verdetto. La nuova provincia si occuperà principalmente delle strade di competenza, dell’ambiente, dell’edilizia scolastica. Presidenti e consiglieri ricopriranno gli incarichi senza indennità, mentre resta intatta la macchina burocratica e il numero dei dipendenti. Con la fine del commissariamento e l’entrata in vigore della legge Delrio, inizia così ufficialmente una nuova era che durerà almeno fino a quando, nelle intenzioni del governo, l’abolizione non sarà definitiva.
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