Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, non se ne andrà nonostante l’ordinanza pronunciata dalla prima sezione civile del tribunale di Salerno, che ne ha dichiarato l’incompatibilità con la carica di viceministro. Dopo aver appreso la notizia, diffusa dal legale dei parlamentari del movimento cinque stelle, che a luglio scorso avevano presentato il ricorso proprio per chiedere la decadenza del primo cittadino salernitano, De Luca ha riunito i suoi collaboratori per discutere sulle strade da intraprendere ed alla fine ha deciso di presentare il ricorso avverso l’ordinanza. Il primo obiettivo è quello di ottenere la sospensione degli effetti del provvedimento, che significa, per il sindaco, rimanere ancora al suo posto. Se la questione sul piano giuridico è momentaneamente risolta, su quello politico il clima si è nuovamente surriscaldato. Intanto il primo cittadino aveva già consegnato nelle mani del premier, Enrico Letta, la lettera di dimissioni dalla carica di viceministro ma l’iniziativa era stata bloccata da Matteo Renzi a dimostrazione della natura strettamente politica del caso incompatibilità, che aveva anche spinto alcuni gruppi politici ad invocare la mozione di sfiducia in parlamento, poi rientrata. Ed ora l’intervento del tribunale. Il governatore della Campania, Stefano Caldoro, invoca una soluzione politica e sottolinea che la questione deve essere risolta nel suo partito dal presidente del consiglio dei ministri, limitandosi ad osservare che sarebbe un errore se la politica dovesse difendere se stessa in tribunale. Ma da Forza Italia e Fratelli d’Italia gli attacchi sono particolarmente incisivi: l’ex ministro, Mara Carfagna, parla di titoli di coda di una vicenda dai contorni grotteschi. “L’arroganza del potere per il potere ha prodotto una sceneggiata – afferma – che svilisce e delegittima le istituzioni”. Il coordinatore cittadino del partito, Antonio Roscia e Rosario Peduto, di fratelli d’Italia invocano quel residuo senso delle istituzioni che De Luca dovrebbe avvertire nel dare esecuzione all’ordinanza senza ulteriori resistenze ed invocano l’intervento del prefetto per dare esecuzione ad una disposizione di legge che è chiara nel confermare l’incompatibilità tra le due cariche. Esultano i rappresentanti del movimento cinque stelle secondo i quali dopo 250 giorni di incompatibilità si è giunti al triste epilogo di una vicenda kafkiana che non lascia alcun dubbio sulla decadenza del sindaco e della giunta, con l’inevitabile scioglimento del consiglio comunale.
Commenta l'articolo