Spetta al giudice ordinario, e non al Tar, la vigilanza sulla legge Severino in materia di incandidabilità ed eleggibilità. Le sezioni unite civili della Cassazione, il massimo organo giuridico della magistratura, ha deciso oggi, dopo una breve camera di consiglio, su un tema rilevantissimo per la prossima campagna elettorale, visto che di mezzo ci sono due sindaci come Luigi de Magistris a Napoli e Vincenzo De Luca a Salerno, entrambi condannati per abuso d'ufficio, entrambi dichiarati decaduti dalla carica dal prefetto, rimessi in sella però proprio dai giudici amministrativi.
Si attende il deposito delle motivazioni.
Probabilmente, il verdetto della Suprema Corte arriverà dopo la imminente tornata delle elezioni amministrative in calendario per domenica 31 maggio in sette regioni e in 1089 comuni coinvolgendo per un totale di 17 milioni di elettori.
In Campania i cittadini andranno dunque alle urne senza sapere se, in caso di vittoria dello sfidante Vincenzo De Luca, sarà effettivamente il candidato del Pd a governare la regione e a prenderne le redini dalle mani del governatore uscente Stefano Caldoro.
De Luca, infatti, se la Suprema Corte affiderà al tribunale ordinario l'ultima parola sull'applicazione della Severino, potrebbe avere la strada in salita per insediarsi nel nuovo incarico e potrebbe dover 'scontare' diciotto mesi di purgatorio e poi prendere possesso di Palazzo Santa Lucia.
Commenta l'articolo