"Sulla riforma della geografia giudiziaria, consiglierei alministro Cancellieri di essere più riflessiva. Quando dichiara che il provvedimento è bloccato per responsabilità dei poteri forti, il Ministro rischia di non cogliere tutta la complessità del problema". E' quanto sostiene l'onorevole Giuseppe De Mita, deputato del gruppo "Scelta Civica per l'Italia" eletto nelle liste dell'Udc. "Far riferimento ai poteri forti - continua l'onorevole De Mita - può rappresentare una sorta di alibi, quando il pericolo reale è quello di colpire i veri deboli. In materia di giustizia- dichiara De Mita - non possiamo permetterci il lusso di commettere gli errori che sono stati commessi in materia sanitaria. E' sotto gli occhi di tutti infatti, che le politiche di riordino dei costi, perchè si è prodotta un'inefficienza del sistema che rappresenta di per sè un costo. Ragionare con petizione di principio e senza andare a verificare nelle singole realtà qual è il problema, può determinare un effetto che è ancor più grave e negativo della causa che si intende rimuovere. Non conosco tutta la realtà italiana, ma nella realtà dove vivo, la provincia di Avellino, si ipotizza ad esempio, la chiusura di due tribunali periferici. Cosa Potrebbe accadere? Che si determini un costo potenziale di inefficienza e che si verifichi soprattutto un depotenziamento del controllo del territorio. Dico, perciò, che nessuna delle due posizioni è vera in astratto, nè il mantenimento dell'esistente ma nemmeno il teglio indiscriminato. Si tratta di entrare analiticamente nel problema, questa è la vera misura del cambiamento. Come gruppo parlamentare assumeremo a brevissimo giro di tempo una iniziativa in Commissione Bilancio per proporre delle schede e dei criteri di verifica analitica della spesa pubblica, anche in rapporto al Pil, in maniera da avere un quadro di riferimento chiaro che ci orienti nelle politiche di razionalizzazione che non possono avvenire in termini grossolani. Ci sono circostanze - dichiara ancora De Mita - nelle quali le persone che protestano manifestano un bisogno vero. Se si registra solo un taglio indiscriminato che riduce i diritti di cittadinanza delle persone, in questi casi la protesta ha ragione di esistere. Alla luce di tutto questo - conclude De Mita - credo che sia opportuno tenere in considerazione la proposta di legge già presentata che prevede la proroga dell'entrata in vigore della riforma di un anno. La questione non è difendere in maniera astratta il passato, o peggio, fare rivendicazioni dal sapore propagandistico e localistico, quanto al contrario impegnarsi in un'analisi più puntuale dei benefici legati al provvedimento e degli svantaggi che la sua applicazione potrebbe comportare".
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