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Abbandono del tetto coniugale. Legittimo quando la suocera è invadente

''Il cavillo'' di Maria Froncillo: perchè la legge non ammette ignoranza

Uno dei tanti quesiti spesso posti all’avvocato è: “a cosa vado incontro se abbandono il tetto coniugale?”. Suggerimento importante è cercare di non farlo in assenza di un provvedimento del giudice o in assenza di cause di giustificazione. Spesso il consiglio non viene accolto di buon grado soprattutto in situazioni di crisi familiare. 
Per abbandono del tetto coniugale si vuole intendere l’allontanamento di uno dei coniugi (con o senza figli) dalla casa, in altri termini parliamo di interruzione della coabitazione matrimoniale. Proprio la coabitazione è un obbligo che il legislatore ha fatto discendere dal vincolo del matrimonio. La conseguenza dell’abbandono ingiustificato, in assenza di giusta causa, è un “addebito”, una sanzione prevista dal nostro codice civile.  Sotto il profilo civile  viene addebitata la separazione e si perde anche il diritto all’assegno di mantenimento. Da un punto di vista penale la condotta integra gli estremi di un reato, definito “violazione degli obblighi di assistenza familiare”. Si prevede la reclusione fino a un anno e il pagamento di una multa di circa 1000 euro.
Esistono casi in cui allontanarsi è considerato legittimo, in presenza di alcune ipotesi che giustificano un atteggiamento di norma sanzionabile. In tali situazioni vengono meno le conseguenze penali.
In caso di violenza da parte di uno dei coniugi l’allontanamento è necessario e chiaramente non sanzionabile. L’infedeltà, la mancanza di intesa sessuale rientrano nelle fattispecie di giusta causa. Anche il comportamento prevaricatore del coniuge garantisce la legittimità dell’abbandono. L’ipotesi più frequente e anche più divertente è l’invadenza dei parenti. Chi abbandona il tetto coniugale deve dimostrare la presenza di una delle ipotesi sopracitate. Nel caso di una suocera invadente è piuttosto semplice, è sufficiente videoregistrare in casa propria le continue irruzioni senza preavviso. Nessun giudice avrà il coraggio di negare la persistente intollerabilità della convivenza. 
Maria Froncillo

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