Il mantenimento va a vantaggio del coniuge economicamente più debole e oggi si rinviene una percentuale, seppur bassa, di uomini che percepiscono l’assegno.
In via generale è l’uomo a dover aiutare l’ex compagna e osservando le stime continua ad essere così nel 90% dei casi. La normativa italiana chiaramente non fa differenze di genere. Giuridicamente lo scopo del mantenimento è garantire all’ex coniuge lo stesso tenore di vita goduto durante il matrimonio. Se il coniuge economicamente più forte è donna in capo a lei versa l’obbligo di garantire il mantenimento. Non mancano pronunce della corte di cassazione a riguardo.
Il tribunale di Ivrea ad esempio ha accolto la domanda di un uomo che prima della separazione, durante il matrimonio, aveva supportato la moglie nella gestione di una attività commerciale. Al termine del matrimonio si era poi trovato senza lavoro.
In ipotesi come questa sembra evidente dover ripristinare legalmente la situazione.
O ancora il caso di una ricca ereditiera casalinga con l’obbligo di versare il mantenimento al suo ex marito ricercatore e in quanto tale precario.
Negli ultimi anni sono in aumento le donne tenute a mantenere gli ex mariti.
Maria Froncillo
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