NAPOLI – E’ trascorso poco più di un anno e mezzo da quel giorno di agosto in cui, dall’appartamento di via Montedonzelli, Arianna Flagiello, 30 anni, si lanciò dal balcone andando incontro alla morte. La famiglia ha da subito sostenuto che non si trattasse di suicidio e per l’accusa Arianna compì un gesto tanto estremo solo al termine dell'ennesima lite con il compagno, Mario Perrotta: fidanzati da 12 anni, da due convivevano al piano di sopra rispetto alla casa dei genitori di lei. Le indagini ed alcune testimonianze hanno evidenziato «reiterate condotte di maltrattamento in privato ma spesso anche in pubblico» da parte di Mario con annesse umiliazioni ed offese in presenza di amici; così come il quadro che emerge ci racconta di una Arianna in stato di soggezione e indotta a procurare denaro al compagno. Lei lavorava in una casa editrice ed era l’unica con un impiego stabile, a lei toccava far fronte ai bisogni economici di quel fidanzato del quale era tanto innamorata: al mancato accredito di una somma di denaro a vantaggio di Mario sembra essere legata l’ultima, fatale, lite tra i due. Il 19 agosto di due anni fa Arianna andò via dall’ufficio durante l’orario di lavoro dicendo che sarebbe tornata a breve, andò a casa dei genitori dove trovò Mario e la discussione, anche a detta dei vicini, fu accesa e proseguì al piano di sopra dove fu trascinata dall’uomo e dove accorsero anche la madre e la suocera della ragazza che, però, non riuscirono ad evitare il peggio.Il maltrattamento e l’istigazione al suicidio sono le accuse che hanno portato al rinvio a giudizio del 33enne Mario Perrotta che proverà a sostenere la propria innocenza dinanzi ai giudici della Corte d'Assise dove, il 19 aprile, inizierà il processo. I genitori e la sorella di Arianna saranno parte civile, ma non saranno soli: costituirsi parte civile è stata la scelta anche dell’Associazione Salute donna rappresentata dall'avvocato Giovanna Cacciapuoti.
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