Raffaele Curi, ha voluto nel suo spettacolo “Transiti di Venere”, un improbabile ed improvvisato “attore”. Si tratta dell'ex Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che si “esibirà” nella lettura di una poesia di Tomas Elliot. La scelta è caduta su di lui, per i ricordi che suscita al regista. «L’ho scelto perché è bello –racconta Curi, in una intervista su "Gli Altri" -. Non c’entra niente la politica. E’ un grande intellettuale che stimo, ma l'ho voluto per il suo viso. Ogni volta che lo osservo mi ricorda Sterling Hayden, il protagonista di Giungla d’asfalto, che era il mio film preferito da ragazzino. Secondo me potrebbe benissimo fare anche l’attore per il cinema». Dunque, dai teatri fittizi della politica al teatro vero. Quello in cui sei sì attore, ma sei prima di tutto te stesso. Il politico in genere è già addestrato alla bella e persuasiva oratoria. Ma la recitazione, quella propriamente teatrale, richiede ben altre doti, che forse Curi ha ritrovato in Bertinotti.
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