Il confine tra giustizia e politica, il potere della magistratura, il ruolo difficile degli amministratori locali. Dagli anni di tangentopoli e di terremotopoli, fino ad oggi. Storie che riemergono grazie al libro scritto dal dottore Giovanni Savignano che ne ''La bussola del sindaco'', tragedia in cinque atti, parte dalla vicenda di Tonino Mannetta, sindaco di Gesualdo morto suicida nel ’94, per raccontare il clima di quegli anni: da un lato l’offensiva della magistratura, dall’altro i timori di un primo cittadino socialista che aveva la sensazione di sentirsi nel mirino, anche se non c’era nessun fascicolo aperto nei suoi confronti. L’ipotesi di Savignano è che Manetta si sia tolto la vita anche per lo stress cui era sottoposto e per le voci che giravano. Una ricostruzione contestata dalla famiglia che con una lettera ha preso le distanze dall’opera, criticando il ritratto fatto dell’uomo e smentendo legami tra il suicidio e la paura di risvolti giudiziari dovuti all’attività amministrativa. Savignano, stupito dalle critiche, si difende sostenendo che il libro in premessa specifica che si tratta di una ricostruzione frutto della fantasia dell’autore. Il libro è stato presentato ad Avellino presso l’aula magna del Tribunale alla presenza di autorevoli ospiti come l’ex procuratore Di Popolo, il presidente dell’ufficio Rescigno e quello degli avvocati Fabio Benigni.
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