Il “triangolo della morte” fa invecchiare precocemente. Chi infatti vive nella vasta area compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano, inquinata dai rifiuti tossici smaltiti illegalmente, invecchia prima a causa dei danni al Dna causati dall'esposizione agli inquinanti pericolosi. Lo dimostra un lavoro italiano appena pubblicato sulla rivista “Gene” da esperti della Università Federico II di Napoli e della II università di Napoli e coordinato da Bruna De Felicea, Carmine Nappi e Maurizio Guida. Secondo gli esperti, le donne residenti nelle zone comprese nel “triangolo della morte” hanno il Dna più logoro, o più esattamente hanno i telomeri, ossia le estremità dei cromosomi, più corti. La lunghezza dei telomeri è un parametro ormai consolidato per misurare l'età biologica di una persona. Avere telomeri corti equivale quindi ad essere più vecchio: chi presenta questa condizione invecchia prima, si ammala di più di cancro e altre malattie. Gli esperti, indagando sulle possibili cause dell'alta frequenza di difetti alla nascita e dell’alto tasso di mortalità per cancro, hanno confrontato il Dna di 50 donne residenti nei luoghi contaminati con quello di 50 coetanee residenti in altri luoghi. È emerso che le prime presentano telomeri molto più corti delle altre. Ciò significa che, a parità di età anagrafica, le donne del triangolo della morte sono di fatto biologicamente più vecchie e a rischio malattie. Forse i difetti congeniti dei nati in questi luoghi sono a loro volta una conseguenza di ciò, spiegano i ricercatori. Infatti più l'età biologica di una donna è avanzata più è alto il rischio che dia alla luce un bimbo con difetti congeniti.
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