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La più potente cura contro l’anoressia

L’amore potrebbe essere lo strumento ideale per scardinare le resistenze psicologiche presenti nelle ragazze affette da anoressia. Una ricerca scientifica afferma che l’ossitocina, denominata “ormone dell’amore” perché prodotto durante i rapporti sessuali, il parto o l’allattamento al seno, è tra le cure più efficaci. L’ormone sarebbe in grado di stimolare il consumo di cibi ipercalorici e la preferenza di modelli estetici più “tondeggianti”. La ricerca effettuata al King’s College London Institute of Psychiatry e pubblicata su Psychoneuroendocrinology spiega che l’ossitocina riduce le tendenze inconsce delle pazienti a focalizzarsi sul cibo e sulla forma corporea. Attualmente sono scarse le cure farmacologiche per l’anoressia. Le ragazze affette dalla patologia sono tendenzialmente in cerca di attenzione e d’affetto, molto intelligenti e con un grande desiderio di avere successo. C’è poi una forma che colpisce donne di età maggiore, innescata spesso da un’esperienza sessuale non soddisfacente o dal rifiuto sessuale di un uomo che non la faceva sentire desiderata. L’anoressia non è un capriccio, ma una malattia estremamente grave, che può portare a morte la paziente. Rimproveri, minacce hanno un effetto controproducente, spingono la paziente a indurre il vomito, dopo aver mangiato qualche boccone per accontentare i parenti. Anche i condizionamenti socio-culturali possono rivelarsi un fattore scatenante. Modelli di donne magre grazie ai miracoli di Photoshop sono deleteri. In questo modo l’avvenenza e il successo risultano associati all’idea di magrezza, mentre il grasso corporeo si abbina, per pregiudizio, a personalità perdenti. La malattia inizia di solito con una dieta e resistere alla tentazione del cibo rafforza il senso di autocontrollo e, di riflesso, l’autostima. Se poi amici e conoscenti esprimono apprezzamenti per la forma fisica migliorata si è incoraggiati a continuare e sprofondare nella malattia. Quando poi la dieta è troppo drastica, il corpo produce in quantità superiori alla norma un neurotrasmettitore chiamato serotonina, che funziona come sedativo sulla sofferenza fisica. Questa prima fase della malattia viene chiamata “luna di miele con l’anoressia”. Le donne si sentono forti e vitali e hanno la sensazione di aver trovato il rimedio giusto per ai propri problemi. Al contrario l’atto del mangiare viene vissuto come un fallimento. Il vero fallimento è l’assenza d’amore e di rispetto per sé e per gli altri. Molte donne smettono di mangiare con la speranza di essere finalmente apprezzate dal proprio compagno o dai propri amici. Dovrebbero ricordare che il primo passo verso il successo è imparare ad amarsi, il secondo investire nei propri talenti.
Maria Froncillo

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