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Michele Romano, artigiano del torrone: "Così creo i miei prodotti"

"Ho avuto la fortuna di imparare questo mestiere in alcuni rinomati laboratori, poi ho sentito che era arrivato il momento di mettermi in proprio"

L’Irpinia, terra di sapori antichi e saperi tramandati, ha un protagonista indiscusso nelle sue tradizioni dolciarie: il torrone. Dopo un’attenta ricerca ho scoperto tante curiosità: secondo la tradizione il torrone simboleggiava un dono da parte dei napoletani ai propri defunti. La parola “torrone” deriva probabilmente dal verbo latino ‘torrere’ che significa abrustolire con riferimento alla frutta secca che è uno degli ingredienti principali.

Il torrone è un dolce molto antico e viene considerato tipico in moltissime regioni, non solo italiane. A Dentecane, in provincia di Avellino, stazione di dazio, gli spagnoli insegnarono l'arte del Torrone, le prime testimonianze scritte di produzione risalgono al 1720. Si pensi che nei primi anni del XX secolo vi erano 11 fabbriche di torrone, in un paesino da 1000 abitanti.

Questo dolce pregiato, preparato con pochi ingredienti ma ricchi di storia e territorio, è una delle specialità che da sempre caratterizza la cucina irpina. Ma cosa rende il torrone di Irpinia tanto speciale? E chi sono gli artefici di questa delizia che, pur affondando le sue radici nel passato, guarda con passione al futuro?

Michele Romano è un giovanissimo artigiano che con l’entusiasmo di chi ama il proprio mestiere, lavora ogni giorno da 15 anni per creare il torrone perfetto, rigorosamente a mano e con ingredienti di primissima qualità: mandorle di Bari e nocciole delle colline circostanti.

“Ho avuto la fortuna di imparare questo mestiere in alcuni rinomati laboratori, poi ho sentito che era arrivato il momento di mettermi in proprio. Lavoro da solo nel mio laboratorio perché amo lavorare in silenzio, sono piacevolmente interrotto solo dai miei clienti che entrano nel mio piccolo negozio che è antistante il luogo della produzione dei miei prodotti”, mi racconta l’artigiano Michele.

In un’epoca in cui tutto sembra standardizzato, quest’artigiano ci ricorda l’importanza della manualità: “Lavoro tutto a mano, poi utilizzo una caldaia rigorosamente in rame e questo perché il calore viene irradiato in maniera diversa rispetto alle nuove caldaie in alluminio. Il torrone cuoce per circa nove ore, per arrivare al prodotto finale ci vuole circa un giorno e mezzo di lavorazione.”Michele a telefono mi concede ancora alcuni minuti per le ultime domande.

Spesso si associa questo dolce alle festività natalizie, la produzione nel tuo laboratorio è continua e costante o si registra una vera e propria stagionalità con un incremento significativo per la produzione e il consumo del torrone a ridosso delle festività natalizie?

“La richiesta per quanto legata alle festività religiose, è costante. Io produco torrone, spantorrone, biscotti.”

Le tegole, i tuoi biscotti, sono il prodotto che mi hanno permesso di conoscere il tuo laboratorio, svelaci qualche piccolo segreto della produzione.

“Hanno questo nome proprio perché la forma concava e particolare richiama la forma delle tegole. Gli ingredienti sono solo: mandorle, uova, zucchero e cioccolato fondente. Sono particolarmente orgoglioso di questo prodotto, dalla fase della produzione al processo di confezionamento, faccio tutto manualmente. Intingo nel cioccolato i biscotti uno ad uno.”

Non hai un sito web, non ti appoggi a rivenditori, comunichiamo ai nostri lettori dove ti trovi?

“Il mio negozio è a Grottaminarda, in Via Pioppi 40 avrei davvero piacere di accogliere nuovi clienti e ti ringrazio per questa bella opportunità.”

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