Va condannata per abuso dei mezzi di correzione l'insegnante che, con continui atteggiamenti minaccia e offende i propri alunni.
È stata condannata un'insegnante di inglese dichiarata responsabile dei delitti di abuso dei mezzi di correzione nonché violenza privata aggravata.
La docente aveva posto in essere una condotta inadeguata nei confronti degli studenti, costringendo anche alcune allieve (che si erano appellate al Dirigente scolastico lamentando umiliazioni) a scrivere sotto minaccia di bocciatura una lettera al dirigente per ritrattare le accuse.
Non convincono la Cassazione le censure con cui la ricorrente sostiene la non abitualità del proprio comportamento, quale condizione per la particolare tenuità del fatto e la correttezza della sua azione didattica. L’insegnante rivolgendo agli alunni espressioni inappropriate richiamando i più disattenti.
I giudici hanno ritenuto credibili le testimonianze delle persone offese e hanno evidenziato la grave pressione esercitata sulle allieve per indurle a scrivere la lettera di ritrattazione, il che ha rappresentato un quadro chiarissimo di violenza privata.
Gli altri comportamenti quali minacce di bocciatura e voti bassi, rimangono nell'alveo dell'abuso dei mezzi di correzione, reato che si sostanzia nel "comportamento dell'insegnante che umili, svaluti, denigri o violenti psicologicamente un alunno causandogli pericoli per la salute, atteso che, in ambito scolastico, il potere educativo o disciplinare deve essere sempre esercitato con mezzi consentiti e proporzionati alla gravità del comportamento deviante del minore, senza superare i limiti previsti dall'ordinamento o consistere in trattamenti afflittivi dell'altrui personalità".
Maria Froncillo
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