Dallo scorso 11 aprile il Ministero della Salute ha deciso di spostare alcuni farmaci dalla fascia A a quella C. Medicine che prima erano completamente gratuite, ora sono a carico dei cittadini. La riclassificazione dei medicinali è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.72 del 27 marzo 2014. Alcune di queste medicine sono essenziali, spesso curano malattie croniche, con costi a volte non marginali. Nell’elenco si trovano i farmaci per la cura di asma bronchiale e malattie polmonari, anche per uso pediatrico, quelli per malattie endrocrinologiche, per la cura di disturbi gastrici quali gastrite, ulcera e esofagite, per le terapie dell'emicrania e delle cefalee, vertigini, insufficienza venosa cronica degli arti inferiori, per l’induzione al parto, in caso di diabete, ipertensione, gravidanza oltre termine e morte endouterina del feto, per il trattamento di emicranie e cefalee vascolari, per il trattamento palliativo del carcinoma a cellule squamose della testa e del collo, un tipo di tumore che parte dalle cellule che rivestono la bocca, il naso, la gola o l’orecchio in fase avanzata.
Il dubbio che evidenzia il Presidente della Federfarma avellinese, Mario Flovilla, è “come mai prima erano mutuabile e ora non più? Per coloro che li assumono per terapie vitali, è doveroso sostituirli con altri farmaci equivalenti, con molecole più efficaci, è
doveroso che siano inseriti nel prontuario di Fascia A” – continua Flovilla, che ricopre il ruolo anche di vicepresidente regionale sempre della Federfarma –. Allo stesso modo il farmacista tiene a precisare che come associazione di categoria non si può fare nulla sul prezzario, essendo tutto regolamentato dalle leggi statali. La filiera – aggiunge – non ha nessuna potere discrezionale. Noi non siamo autonomi, operiamo in regime di concessione e siamo regolamentati nei minimi dettagli”.
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