L’uomo conosciuto in tutto il mondo come il ‘quinto Beatle’, il produttore e arrangiatore George Martin, è morto ieri sera all’età di 90 anni. Le cause della scomparsa non sono state rese pubbliche, ma la famiglia ha confermato il decesso del produttore con questa dichiarazione:

“George Martin si è spento serenamente ieri sera, martedì 8 marzo, nella sua casa. La famiglia ringrazia tutti per i pensieri, le preghiere e i messaggi di supporto. In una carriera durata settant’anni lui è stato riconosciuto come uno dei più grandi talenti musicali del mondo della musica, oltre che come un gentiluomo, fino alla fine. La famiglia chiede che la sua privacy sia rispettata, in questo momento”.

George Martin ha firmato, con il suo lavoro e la sua incredibile esperienza, tutti i lavori dei Beatles, a partire dal primo album in studio del 1962, Please Please Me, fino all’ultimo lavoro del 1969, Abbey Road.

Martin iniziò a lavorare nel dipartimento di musica classica della BBC prima di entrare a far parte della EMI nel 1950. Fino alla fine del decennio ha lavorato con il comico Peter Sellers, aiutando l’attore a piazzare un paio di album ai vertici alti delle classifiche di vendita britanniche. Nel 1962, tuttavia, avvenne l’incontro che cambiò per sempre la sua vita e il mondo della musica: quello con i Beatles.

Il manager del giovane gruppo, Brian Epstein, gli fece ascoltare il loro primo demo tape (dopo il celebre rifiuto ottenuto dalla Decca Records) e, dopo aver suggerito al gruppo di sostituire il loro batterista originario Pete Best con Ringo Starr, registrò con i quattro talenti di Liverpool l’album Please Please Me, inaugurando il primo di una lunghissima serie di successi discografici.

Oltre ai Beatles, George Martin ha prodotto i dischi di molti altri artisti, specialmente dopo lo scioglimento dei Fab Four, lavorando di nuovo con John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison, oltre che con musicisti del calibro di America, Elton John, Cheap Trick, Jeff Beck.