NAPOLI – L’Unione Industriali di Napoli, prima associazione del Mezzogiorno a tagliare lo storico e prestigioso traguardo, compie cento anni: per festeggiare l’avvenimento sono stati organizzati due eventi, il 27 ed il 28 febbraio, entrambi presso il Polo Universitario dell'Università Federico II di San Giovanni a Teduccio. La prima giornata è stata dedicata all’“Innovazione al lavoro”, con la presentazione delle imprese vincitrici del premio Start Cup Campania 2016. La seconda giornata è stata caratterizzata dal dibattito intitolato “Industria 4.0: La nuova rivoluzione industriale”: Napoli, tra potenzialità e criticità, ha avuto da sempre un ruolo di motore dell’innovazione nel Mezzogiorno, celebrare i cento anni dell’Unione significa anche interrogarsi su come la città può rilanciare questa spinta propulsiva, trasformando se stessa, riconvertendo aree dismesse in poli di nuove iniziative produttive, di promozione dell’industria della cultura e del turismo, di ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Tutto questo rende il Centenario un evento non soltanto napoletano, ma un appuntamento con il futuro dell’impresa, partendo da un territorio denso di valori e di storia per poi abbracciare tutto il Mezzogiorno e ampliarsi all’Italia e all’Europa. In questo scenario, le politiche di intervento devono puntare ad accrescere sempre più la propensione all’investimento in ricerca ed innovazione, selezionando le imprese che contribuiscono a creare un sistema industriale innovativo e auto propulsivo, rafforzando la struttura produttiva.Un appuntamento utile per chiedersi come si possa meglio valorizzare questo enorme patrimonio umano, professionale, sociale e culturale, e al quale nessuno ha voluto mancare portando sul palco e ai microfoni la propria esperienza, le proprie idee e le proprie proposte. Presenti, ovviamente, i vertici dell’amministrazione regionale con il presidente Vincenzo De Luca; l’assessore, unico in Italia, all’innovazione e alle start-up, Valeria Fascione; l’assessore alle attività produttive, Amedeo Lepore, e l’assessore al bilancio, Lidia D’Alessio, così come il primo cittadino partenopeo, Luigi de Magistris e l’assessore comunale ai giovani, Alessandra Clemente. Non potevano mancare i presidenti delle varie articolazioni territoriali di Confindustria: Vincenzo Boccia, salernitano alla guida dell’associazione nazionale, ed il suo omologo dei Giovani imprenditori, il presidente uscente Marco Gay; e poi i ‘padroni di casa’, Ambrogio Prezioso (presidente Industriali Napoli) e Susanna Moccia (presidente Giovani Industriali Napoli); cui si aggiunge l’irpino Renato Abate, a capo della Piccola Industria Campania per il triennio 2016-2019.In un luogo altamente simbolico come quello dell’Università, nella sua nuova sede della periferia est di Napoli, era imprescindibile la presenza di due figure che questa riqualificazione ed innovazione l’hanno fortemente voluta: il Rettore della Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, e l’ex Assessore alle Opere e Lavori pubblici, il professore Edoardo Cosenza. L’ultimo, ma non per importanza, anello di questa catena fatta da imprenditori, associazioni, istituzioni ed università, è rappresentato indubbiamente dalle banche: a portare la voce degli istituti di credito c’erano Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli, e Massimo Deandreis, direttore generale SRM.
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