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Acqua, aumento in bolletta del 30 per cento. I sindaci Ndc: "Contrari alla decisione dell'Alto Calore"

Anche il Comune di Apice si schiera per il no

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"Esprimiamo ferma contrarietà rispetto alla decisione assunta dai vertici di Alto Calore e poi ratificata dal distretto Eic di Avellino di incrementare del 30 per cento le tariffe idriche nei Comuni serviti da Alto Calore. Non è tollerabile, in una fase economica così delicata, assestare un colpo del genere alle famiglie e quali rappresentanti eletti dal popolo non possiamo accettarlo", è quanto evidenziano i sindaci Giuseppe Ricci (San Giorgio del Sannio), Domenico Vessichelli (Paduli), Nicola Gentile (Pesco Sannita), Raffaele Di Lonardo (Guardia Sanframondi), Angela Martignetti (San Martino Sannita) e Alessandro De Pierro (Sant'Angelo a Cupolo).

"Stiamo affrontando con senso di responsabilità questa complessa fase di transizione in materia di governance idrica, con altrettanta sensibilità istituzionale affrontiamo le legittime rimostranze di tanti concittadini che nei territori che amministriamo debbono fare i conti con carenze idriche che d'estate si acuiscono.

Riteniamo surreale che si aumentino i costi in bolletta: a questo non possiamo che dire no".

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ANCHE IL COMUNE DI APICE SI SCHIERA PER IL NO

Anche il Comune di Apice "esprime la propria ferma e indignata contrarietà al previsto aumento del 30% delle bollette idriche. Si tratta di un rincaro insostenibile, che grava su famiglie, imprese e attività produttive già duramente colpite da una gestione fallimentare del servizio idrico.

In un contesto in cui la mancanza quotidiana di acqua è ormai diventata una condizione cronica e drammatica per migliaia di cittadini, parlare di aumenti tariffari equivale a una vera e propria provocazione istituzionale, oltre che a una grave mancanza di rispetto verso una comunità che da mesi, e ormai da anni, subisce la negazione di un bene primario e costituzionalmente garantito.

A questa situazione di disagio si aggiunge l’ulteriore beffa di una crisi idrica aggravata dagli emungimenti in corso e dalla scarsità della risorsa. Per questo motivo il Comune di Apice ha chiesto con urgenza di riconsiderare gli attingimenti e gli emungimenti attivi, anche attraverso una sospensione temporanea, di convocare un tavolo tecnico operativo che coinvolga tutti gli enti competenti e di garantire immediatamente le risorse necessarie per finanziare interventi capaci di mitigare gli effetti della crisi.

È inaccettabile che enti come ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), l’Ente Idrico Campano, la Regione Campania e il gestore Alto Calore Servizi S.p.A. restino sordi e indifferenti di fronte ai disservizi quotidiani e alle legittime richieste di intervento, comprese le riparazioni delle perdite idriche che continuano a non essere eseguite.

Questa situazione non è più tollerabile. Non è soltanto l’acqua a mancare: manca il rispetto per i cittadini. Le istituzioni che dovrebbero garantire diritti e servizi fondamentali, secondo i principi sanciti dalla nostra Costituzione, sembrano aver smarrito il loro ruolo di garanti del bene comune, trasformandosi in strumenti di gestione di interessi lontani dai bisogni reali delle persone.

Per questo motivo il Comune di Apice invita la stampa, l’opinione pubblica e tutte le forze politiche e sociali a unirsi in questa battaglia di civiltà.

Non si può restare in silenzio mentre si calpestano i diritti fondamentali dei cittadini. L’amministrazione comunale continuerà a lottare con tutti i mezzi a disposizione affinché vengano riconosciute le giuste istanze di un territorio che chiede soltanto rispetto, giustizia e dignità".

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