Sulle operazioni di svuotamento dell’area dello Stir di Casalduni dai rifiuti presenti in quell’impianto dall’incendio del 2018 che lo avvolse, paralizzandone le attività, e sulle prospettive dell’Accordo di Programma con la Regione Campania, che ha finanziato per intero il rilancio del ciclo gestionale di trattamento dei rifiuti nel Sannio, si è svolto alla Rocca dei Rettori nella Sala Consiliare l'incontro convocato dal Presidente della Provincia Nino Lombardi.Presenti i Sindaci del territorio attorno allo Stir di Casalduni, il Presidente ha relazionato con il Consigliere provinciale delegato Umberto Panunzio, il presidente della Società partecipata Samte srl, Domenico Mauro, e i Dirigenti della Provincia Giuseppe D’Angelo, all’Ambiente, e Nicola Boccalone, al Bilancio e Finanze.
Era presente anche la neo Segretaria Generale della Provincia Maria Antonietta Iacobellis.Lombardi ha ricordato come, dopo le attività preparatorie, sia iniziato lo scorso 17 ottobre, a cura della Sapna spa, Società in house della Città Metropolitana di Napoli, e della stessa Samte, lo svuotamento delle 11mila tonnellate di rifiuti ancora giacenti nello Stir di Casalduni dall’agosto 2018.
L’operazione, ha continuato Lombardi, interamente finanziata dalla Regione Campania, nasce da un Accordo quadro voluto dall’Assessore all’ambiente della Regione, on. Fulvio Bonavitacola, con la partecipazione della Provincia, dell’Ente d’Ambito e delle due Società in house.
Lo svuotamento, ha detto Lombardi, è un primo passo nell’Agenda delineata dall’Accordo che prevede, una volta completata, la messa a disposizione degli impianti di trattamento del ciclo dei rifiuti.
Lombardi ha ricordato che il Sannio è provincia virtuosa sotto il profilo della raccolta differenziata, ma paga prezzi altissimi (a carico dei cittadini contribuenti) a causa del fatto che deve gestire sia le discariche post mortem, sia il trasferimento fuori provincia dei rifiuti da trattare secondo le diverse tipologie. In questi anni, ha proseguito Lombardi, la Provincia è riuscita a rimettere “in bonis” la Samte, è intervenuta anche sulle discariche post mortem (in particolare risanando quella di San Bartolomeo in Galdo), ha rimosso grazie alla Samte i rifiuti abbandonati in località Toppa Infuocata. Ora, pur svolgendo funzioni di supplenza, la Provincia sta offrendo tutto il proprio supporto per consentire il recupero funzionale dello Stir di Casalduni: in tale contesto si colloca la proposta che la Provincia ha già formulato alla Regione, per coinvolgere in nuove forme di cooperazione i Comuni gravitanti sullo Stir per una nuova sinergia istituzionale, capace di rimettere finalmente a regime il ciclo.
Il Presidente ha proposto che tali Comuni entrino a far parte di un Comitato di vigilanza e che, come analogamente proposto per la partecipazione al Contratto di lago di Campolattaro, questo Organismo possa individuare una compensazione per le criticità ambientali rappresentate dalla insistenza sul territorio di impianti di trattamento. Ha preso quindi la parola il Consigliere provinciale delegato Umberto Panunzio che ha dichiarato: “Dobbiamo riuscire a giungere al quello che si può definire il rifiuto a chilometro zero, ovvero a chiudere sul nostro territorio tutto il ciclo gestionale. Per me, è questa la condizione essenziale affinché la Provincia possa essere considerata per davvero virtuosa nel trattamento rifiuti”.E’ quindi intervenuto Domenico Mauro per la Samte: “Il ciclo dei rifiuti è fermo dall’agosto 2018 quando furono arrecati danni irreparabili alla struttura dello Stir. Noi come Samte stiamo lavorando con la Provincia, la Regione, l’Ente d’ambito, la Sapna per riportare in vita il ciclo gestionale nel contesto dell’Accordo Quadro sottoscritto nel luglio scorso. La Samte, di recente riportata in bonis, si è occupata, tra l’altro, della rimozione di oltre 50mila tonnellate di rifiuti abbandonanti nel sito di Toppa Infuocata; oggi stiamo cooperando per rimuovere quelli dello Stir e in pochi giorni abbiamo già rimosso oltre 800 tonnellate: questi sono passi concerti non solo per la tutela dell’ambiente, ma anche per consentire ai Comuni di giungere ad un abbattimento dei costi di gestione oggi gravati dal fatto che si debbono conferire i rifiuti fuori Provincia. Non ci fermiamo qui: il nostro obiettivo è giungere ancora prima dello svuotamento dello Stir, previsto tra cinque mesi, a realizzare una stazione di trasferenza dei rifiuti, così da dare un concreto apporto ai Comuni su questo fronte. Il “rewamping” di Casalduni richiederà due anni ancora, ma si cerca di accelerare i tempi per realizzare tecnologie d’avanguardia e di tutela del territorio. La nostra attenzione va anche alla discarica post mortem di Montesarchio”.Giuseppe D’Angelo, Dirigente per la Tutela dell’ambiente, ha ricordato il lavoro che si sta ponendo in essere, nel rispetto dell’Accordo quadro con la Regione, per la messa in esercizio di una parte della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, e, in questa fase, per lo svuotamento dello Stir, la realizzazione di un sito di trasferenza, e quindi la ristrutturazione dello Stir medesimo per nuova linea di lavorazione.
“Stiamo cercando - ha detto - di far ripartire il ciclo subito per consentire ai Comuni di risparmiare sui costi di gestione. Con la Regione stiamo ragionando di questo per verificare la possibilità tecnica”.
Il Dirigente del Settore Bilancio e Finanze Nicola Boccalone ha affrontato il tema dei costi gestionali del trasferimento dei rifiuti sanniti per la lavorazione presso impianti fuori provincia. In questo contesto, l’Accordo di Programma può consentire una vera svolta: “Lo Stir di Casalduni doveva comunque essere rinnovato, anche a prescindere dall’incendio del 2018, perché dalla sua fondazione la percentuale della raccolta differenziata è aumentata più del doppio e, dunque, quella struttura doveva comunque essere aggiornata e potenziata.
L’auspicio è che i fondi della Regione possano non solo rilanciare quell’impianto, ma dare vita ad una impiantistica nuova, anticipando anche i tempi rispetto agli altri territori. La Provincia di Benevento ha investito per le sue funzioni di supplenza del ciclo rifiuti somme rilevanti dal proprio Bilancio operando attraverso la Società provinciale per garantire la tenuta della raccolta differenziata e dello stesso territorio sotto il profilo ambientale: questo contributo che abbiamo dato deve essere sottolineato con forza”.Il sindaco di Fragneto Monforte Luigi Facchino, nel prendere la parola, ha ricordato le criticità consegnate alle comunità locali confinanti dalla presenza dello Stir.
Per anni i cittadini hanno dovuto subire e continuano a subire le conseguenze della presenza di tante migliaia di tonnellate di rifiuti giacenti nel comprensorio, peraltro provenienti per la gran parte da altre province: pertanto, ha aggiunto il Sindaco, appaiono doverose forme di ristoro per le comunità locali. “Il problema dell’impiantistica è grave per tutto il territorio sannita, ma la concentrazione nella sola area di Casalduni è eccessivo: ed anche per questo il problema è quello di riconoscere alle collettività locali una giusta compensazione”.
Il Sindaco quindi ha espresso il proprio apprezzamento per la proposta del Presidente Lombardi circa la partecipazione ad un istituendo Comitato di vigilanza.
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