La Uil Avellino/Benevento rende noto che nel quarto trimestre del 2018 il tasso di disoccupazione aumenta in termini congiunturali, dopo due trimestri di calo, portandosi al 10,6% (+0,3 punti).
Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,2 punti) in tre mesi. Nel confronto tendenziale, seppure a ritmi meno intensi, per il settimo trimestre consecutivo prosegue la diminuzione dei disoccupati (-105 mila in un anno, -3,6%) che interessa entrambi i generi, le diverse aree territoriali e tutte le classi di età, ad eccezione degli over 50. Dopo la crescita dello scorso trimestre, tornano a diminuire gli inattivi di 15-64 anni (-100 mila in un anno, -0,8%).
Per la Uil, quello che ci consegnano gli indicatori Istat riferiti al IV trimestre 2018, è un mercato del lavoro fermo sulle problematiche di sempre. Il dato tendenziale mostra un’occupazione che, a distanza di un anno, è cresciuta di un modesto 0,4%, determinato dall’aumento delle lavoratrici e lavoratori a termine. Oltre al dato negativo della flessione dei contratti a tempo pieno e indeterminato, siamo in presenza di una vistosa crescita del part-time soprattutto nella sua componente “involontaria” (+6,6%).
Il Mezzogiorno continua a essere l’area dove la disoccupazione vede coinvolte 19 persone ogni 100 e l’inattività ha raggiunto un tasso del 45,5% rispetto a una media nazionale del 34,2%.
Nel Sud la questione dell’inclusione delle donne nel mercato del lavoro è più marcata rispetto alle altre due macro aree.
Tra scoraggiamento e motivi familiari collegati alla cura dei figli e anziani non autosufficienti, abbiamo un esercito di 4,2 milioni di persone, in maggioranza donne, e per loro - così come per coloro che sono alla ricerca di un lavoro - occorre mettere in atto politiche attive e misure che permettano una loro inclusione dignitosa nel mercato del lavoro.
“Qualora questo Governo – afferma Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) - rilanciasse i necessari investimenti pubblici infrastrutturali e sociali, unitamente al rafforzamento già previsto sul tema delle politiche attive, a partire da un efficientamento degli attuali Centri per l’Impiego, probabilmente si riuscirebbero ad avere effetti concreti sull’occupazione e sulla sua qualità”.
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