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Sannio

I successi dell'Unisannio. Il rettore Canfora annuncia altri progetti: "A Grottaminarda un corso di Laurea"/VIDEO

Nasce in collaborazione con l'Asl di Avellino guidata dal lungimirante manager Ferrante

L’Università degli Studi del Sannio celebra i suoi primi 25 anni nel segno della pace.

Nella sala gremita dell’auditorium Sant’Agostino, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini e di numerose autorità militari, civili, istituzionali, rimbomba il no contro ogni guerra, reso ancora più incisivo dalla testimonianza del presidente di Emergency Rossella Miccio grazie alla sua esperienza di pratica quotidiana del diritto alla cura, in territori difficili.

Per il presidente di Emergency proprio dai luoghi di sapere e formazione come le università, bisogna “insegnare alla gioventù a odiare la guerra”.Incisivo come sempre il rettore Gerardo Canfora che nella relazione inaugurale cita Virginia Wolf e sottolinea: “La vera pace è armonia, nasce dallo sviluppo diffuso, è garanzia di rispetto per la dignità di ogni individuo, in qualsiasi parte del mondo”. 

Il Rettore non manca di tracciare il bilancio di attività svolte che hanno visto l’Unisannio accrescere il suo prestigioso anche a livello nazionale.

Tanti progetti, alcuni già avviati, altri in corso di attuazione: tra questi anche un corso di Laurea in Scienze Biologiche con indirizzo Diagnostica Clinica che sarà attivato dal prossimo anno accademico presso l’istituenda sede decentrata di Grottaminarda in collaborazione con l’Asl di Avellino, guidata dal lungimirante, instancabile e appassionato manager Mario Nicola Vittorio Ferrante.

Una iniziativa che risponde ad una doppia esigenza: creare figure professionali capaci di operare nel mondo della sanità, oggi in forte evoluzione, dall’altro radicare la presenza dell’Ateneo sui territori delle aree interne della Regione. 

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IL DETTAGLIO DELLA CERIMONIA

 L’evento si è aperto con i saluti del sindaco Clemente Mastella

Il rettore Canfora per il compleanno Unisannio ha sottolineato: “Questo quarto di secolo rappresenta un cammino importante per un Ateneo che, sin dalla sua fondazione, ha fatto sua una duplice sfida: entrare a pieno titolo nella comunità scientifica nazionale e internazionale, e al contempo essere istituzione fortemente radicata sul territorio, svolgendo un ruolo attivo per la crescita culturale, sociale ed economica della nostra comunità.

Un quarto di secolo – ha continuato - in cui l’Ateneo ha perseguito con tenacia un’ipotesi di insediamento nel centro cittadino, con l’ambizione di contribuire a realizzare quel sistema città-università che riassume la migliore tradizione universitaria italiana.

Convinti di poter offrire ai nostri studenti spazi di crescita e ritmi di apprendimento e di vita che altri Atenei, immersi in contesti urbani più complessi e dispersivi, non riescono a creare. Il tutto, senza mai rinunciare ad essere una porta aperta al mondo, con programmi di scambio e titoli congiunti con Atenei di paesi europei ed extra-europei”.

 Il rappresentante degli studenti e delle studentesse Unisannio Pasquale Piantedosi ha affrontato un tema molto attuale: il disagio giovanile e le pressioni sociali che spingono i giovani verso la realizzazione individuale, la produttività, la performance.

“Fuori dal minuscolo mondo ovattato dei laureati prodigio – ha detto Piantedosi - c’è la vastissima platea di studenti per cui il diritto allo studio dipende interamente dal welfare universitario: perdere i sussidi equivale a perdere la possibilità di accedere al sapere, di laurearsi, di provare a costruire per sé un futuro diverso, migliore, più libero.

È questo il ritratto di una generazione, condannata a soddisfare, pur non avendo nulla in mano, le aspettative di una società sempre più individualista e competitive”. 

La rappresentante Manuela Saccone ha ribadito la funzione quotidiana svolta da tutto il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario dell’ateneo.

“Sebbene ancora pressati dalla spinta verso il basso che il contesto internazionale ci presenta – ha dichiarato -, affievolendo la speranza che la soluzione alla crisi sia vicina e mettendoci di fronte quotidianamente agli effetti dell’emergenza umanitaria e sociale che è attorno a noi, non perdiamo lo spirito di iniziativa e costantemente con la nostra dedizione al lavoro attestiamo manifestazione di fiducia in questo Ateneo, nelle prospettive che quest’ultimo ci offre come individui e come lavoratori, nella consapevolezza che si è parte attiva di processi complessi che convergono verso obiettivi alti e qualificati: il futuro dei giovani, il superamento degli squilibri e dei divari economici e sociali”.

A seguire la lectio inauguralis “Il diritto alla cura” della presidente di EMERGENCY Rossella Miccio. “Sono felice di sentire che un’università giovane ha identificato un percorso della pace, oltre a quello della scienza e della conoscenza – ha detto la presidente -. La nostra associazione garantisce il diritto alla cura ma promuove anche cultura di pace e rispetto dei diritti umani.

Abbiamo curato 12 milioni di persone in tutto il mondo”.

Poi la presidente di Emergency ha riportato i costi economici dei conflitti in tutto il mondo, cresciuti dal 2001.

“Si sono spesi – ha detto - 2.113 miliardi di dollari per la guerra a fronte dei 185 miliardi per la cooperazione. Un dato che la dice lunga sulle interzioni reali di fermare la guerra”.Nella prolusione sui rischi geologici il prof. Francesco Guadagno ha affrontato il tema dell’importanza del tempo, fattore fondamentale nella storia evolutiva del Pianeta Terra, analizzato nel contesto delle pericolosità geologiche. “Parole chiave – ha detto il prof. Guadagno - quali paura, processi, ricorrenza, memoria e consapevolezza sono alla base di una riflessione che richiama alle responsabilità geotiche delle istituzioni e dei cittadini. È necessario programmare e agire per gestire i rischi geologici, ambientali e antropici in un mondo che sembra essere sempre meno sicuro”.

La chiosa è affidata al ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: “Importante il messaggio della prolusione – ha esordito - sulla consapevolezza, la prevenzione e diagnosi precoce, fondamentali per combattere le conseguenze del cambiamento climatico”. 

Il ministro si è soffermato sull’importanza di fare sistema, per lo sviluppo di una comunità.

 “La soluzione a ogni problema è mettere insieme i diversi attori a servizio del territorio e delle aree interne.

Dobbiamo irrorare i territori dei saperi delle università”.

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