Assemblea ordinaria degli iscritti all’OMCeO di Benevento: nel corso della relazione morale il presidente Giovanni Pietro Ianniello ha stigmatizzato “il tentativo di sfruttare il lungo dramma della pandemia come veicolo per modificare l’attribuzione di competenze nelle professioni sanitarie.” Altrettanto netta è stata la presa di posizione contro quella che ha definito “la banalizzazione delle competenze”. Ha ricordato che “il vaccino è un farmaco e che deve essere somministrato, così come prevedono le agenzie regolatorie da chi, per formazione professionale, è abilitato a rilevare l'anamnesi, valutare lo stato di salute del paziente e l'eleggibilità alla vaccinazione, acquisire il consenso informato ed essere in grado di prevenire o gestire i possibili, seppur rari, eventi avversi attraverso la pronta somministrazione di farmaci adeguati: competenze queste proprie ed esclusive della Professione medica.” “La pandemia – ha continuato Ianniello - ha messo in luce e amplificato carenze e zone grigie preesistenti nel nostro Servizio Sanitario Nazionale, frutto di decenni di tagli lineari e di politiche che vedevano la salute e i professionisti come costi e non come risorse sulle quali investire; ha acceso impietosamente un riflettore su criticità e carenze che erano ormai strutturali. Chiediamo alla politica di utilizzare le enormi risorse economiche, che saranno rese disponibili dal recovery plan per colmare le disuguaglianze di salute, che ancora persistono nel Paese; invitiamo tutti a lavorare per ricostruire il nostro Servizio Sanitario Nazionale sui principi di universalità, equità, uguaglianza che ne ispirarono la nascita”. I dati del CENSIS, pubblicati il 22 aprile, attestano che l’87% dei cittadini ha elevata fiducia nei medici per le loro competenze e professionalità, il 74,2% ritiene che non dovrebbero essere obbligati a dedicare troppo tempo ad aspetti burocratici, e che per il 91,4% deve essere ben conservato il rapporto diretto medico-paziente. “ Le Istituzioni e i decisori politici – chiosa Ianniello- non possono ignorare questi dati, devono comprendere che siamo noi i veri garanti del primato della salute e che la nostra centralità e il nostro rapporto con il paziente sono il vero valore aggiunto, che l’emergenza sanitaria ha ulteriormente evidenziato. Devono comprendere che non si può fare la sanità senza i medici”.
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