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Sannio

Minacce, ingiurie contro un minore disabile: nei guai padre e figlia

carabinieri

A seguito di una mirata attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, in data odierna, i Carabinieri della Stazione di Montesarchio hanno dato esecuzione all’ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura,  di applicazione di misura cautelare personale del divieto di dimora nella via di residenza situata nel comune di Montesarchio, nei confronti di due persone del centro caudino, padre e figlia attinte da gravi indizi di colpevolezza per il delitto di atti persecutori (art. 612 bis c.p.). 

“Le indagini – spiega il procuratore della Repubblica Aldo Policastro - , avviate nel mese di ottobre 2020, hanno consentito di accertare gravi indizi a carico dei destinatari del provvedimento cautelare in ordine alla sistematica attività di persecuzione perpetrata  nei confronti di un minore affetto da disabilità: i pervenuti, domiciliati nello stesso stabile dove risiede la famiglia del disabile, a seguito di dissidi familiari, in quanto sussiste vincolo di parentela fra denunciati e vittime, avevano posto in essere condotte vessatorie estrinsecatesi in minacce ed ingiurie, condotte disturbanti della quotidianità della famiglia denunciante, atteggiamenti invadenti la loro libertà e condotte routinarie concretamente idonee ad impattare sulla sfera psicologica delle vittime.   

Alla luce dell’attività investigativa espletata, anche mediante l’escussione di persone informate sui fatti e acquisizione di referti medici, il G.I.P., condividendo la valutazione prospettata dal P.M., ha ritenuto che ricorressero le esigenze cautelari anche alla luce della personalità degli indagati contrassegnata da assoluta mancanza di autocontrollo e di rispetto della sfera privata familiare.

Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva”.

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