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Sannio

Minaccia la sorella, vuole l'auto e i soldi: “Stasera ti metto una fune alla gola"

CARABINIERI SERA

Il personale della Stazione Carabinieri di Montesarchio ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Montesarchio, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti di un uomo gravemente indiziato del delitto di atti persecutori e lesioni nei confronti della sorella.

L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, trae origine dalla querela sporta dalla persona offesa nei confronti del fratello a seguito delle presunte molestie e delle minacce reiterate nei suoi confronti, consistite in particolare nella continua richiesta delle chiavi della autovettura della stessa e di piccole somme di denaro (5,00 euro o 10,00) per l’acquisto di benzina e sigarette.

A fronte del rifiuto della sorella, l’indagato sarebbe stato solito insultarla, farle dispetti quali sgonfiare la ruota della macchina o dare un calcio all’autovettura o prendere a calci le porte dell’abitazione. 

In alcune occasioni l'avrebbe minacciataa  di un male ingiusto e anche di morte, inoltrandole in un caso un messaggio vocale con espressioni del tipo “stasera ti metto una fune alla gola… esci fuori dammi le chiavi della macchina altrimenti salto il cancello e ti vengo a picchiare in casa”.

"Nel corso dell’ultimo episodio - spiega il procuratore f.f. Gianfranco Scarfò -  aveva sfondato con calci e pugni il portone di ingresso dell’abitazione della sorella tanto da farlo cadere sul corpo della stessa e cagionarle lesioni personali giudicate guaribili in dieci giorni.

Le dichiarazioni rese dalla persona offesa trovavano conferma nel racconto reso del padre e di una vicina di casa.

Alla luce dell’attività investigativa espletata con tempestività dalla polizia giudiziaria, valutata la fondatezza del compendio probatorio raccolto a sostegno delle dichiarazioni della denunciante e condivisa la valutazione prospettata dal P.M., il G.I.P. ha ritenuto che ricorressero le esigenze cautelari, considerata la gravità dei fatti contestati all’indagato ed il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie nei confronti della persona offesa".

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