“Andria, Como, Foggia, Siracusa, Treviso, in Prima Divisione, Campobasso, Casale, Spal, Vallée d’Aoste, in Seconda Divisione hanno grossi problemi economici per l’iscrizione in Lega Pro. Mentre per Hinterreggio, Sudtirol, Prato e Sorrento le difficoltà sono legate all’impianto dove poter giocare i match casalinghi. Ok invece la situazione di Latina e Chieti”. La dichiarazione è quella del presidente della Lega Pro, Mario Macalli, riportata da un sito web veneziano, che descrive la situazione delle squadre analizzate dalla Commissione Criteri Sportivi ed Organizzativi, dalla Commissione Criteri Infrastrutturali e dalla Co.Vi.So.C. Tutti questi club hanno tempo sino a questa sera per sistemare la loro posizione. Dopo di che si saprà se la prossima sarà un Lega Pro unica, o se invece continuerà ad esserci la doppia categoria di Prima e Seconda Divisione. In soldoni: se il numero di squadre diverrà tale da garantire la presenza di circa ottanta club, si andrà verso la formazione della doppia categoria. Se invece il numero di squadre dovesse essere inferiore, come si rischia, a questa soglia, allora si andrebbe verso il varo della Lega Pro unica. Soluzione che sembra essere assolutamente esclusa da Mario Macalli, che ha garantito che non si adotterà in nessun caso la soluzione della Lega Pro unica. Ma sembra che, in caso di non iscrizione di un numero cospicuo di squadre non ci sia altra soluzione. Si ritornerebbe così alla condizione esistente sul finire degli anni settanta, quando venne creata la serie C1 e la seri C2, allorquando esisteva una unica serie C. Soluzione che sarebbe comunque gradita ad alcuni club che anche in passato avevano manifestato l’intenzione di sostenere eventuali proposte di accorpamento della Prima e della Seconda Divisione. In caso di creazione della Lega Pro unificata, ci sarebbe la necessità di raggruppare le squadre in tre giorni, che farebbero riferimento al Nord, al Centro e al Sud Italia, con valutazione di inserire la Sardegna nel novero del centro e, naturalmente, la Sicilia nel Sud. Una riforma che sarebbe comunque difficile da attuare in tempi così brevi, posto anche che tra meno di un mese è in programma addirittura il varo dei calendari. Ovviamente l’Avellino resta alla finestra in attesa di conoscere quale sarà il proprio futuro. Nessun gradimento è stato espresso dalla società biancoverde rispetto all’una o all’altra soluzione, ma è ovvio che la separazione delle categorie sembra essere più congeniale anche sotto il profilo dell’organizzazione.
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