Sfuma un altro obiettivo di mercato dell’Avellino. Uno di quelli maggiormente inseguiti, per la verità, e sognati da parte della dirigenza, cui si era accodata gran parte della tifoseria più attenta alle dinamiche di mercato. Comi, la punta del Milan individuata da De Vito ben prima dell’inizio della campagna acquisti come punta ideale per la squadra bianco verde, si è accasato alla Reggina. Una scelta importante che lascia a bocca asciutta l’Avellino e che fa comprendere ancora di più quella scelta, che però non è ancora stata ufficializzata, di mettere in condizione De Angelis di rinnovare almeno per due anni ancora l’accordo con la società irpina. Mentre si continua a parlare con una certa insistenza di mercato, e le altre società stanno annunciando colpi uno dopo l’altro, l’Avellino vive una fase di stasi. Il mercato biancoverde trova qualche intoppo costituito da trattative non facili, trattandosi di situazioni che riguardano calciatori di primissima fascia. Dopo il doppio colpo di inizio settimana, si è scivolati in una sorta di standby che un po’ preoccupa i tifosi bianco verdi, che non vedono l’ora di apprendere di nuovi affari conclusi dalla dirigenza irpina. Ma bisogna pazientare ed attendere che i tempi siano maturi. Intanto, il presidente dei biancoverdi, dalle pagine virtuali del sito Irpinianews, ha operato una sorta di apertura a Biancolino, dopo la smentita effettuata da calciatore e dirigenza. Secondo quanto riportato nell’intervista, Taccone avrebbe ammesso che ci sono stati contatti con il Pitone, ma che si è trattato, sinora, soltanto di una cordiale chiacchierata. Insomma ci sarebbe stato un sondaggio delle intenzioni da parte della società ed una eventuale dichiarazione di disponibilità da parte del bomber. Attorno al suo nome, come era logico che accadesse, si è verificata una spaccatura, tra coloro che lo ritengono adatto alla causa bianco verde e chi ritiene che il Pitone sia ormai troppo avanti con gli anni per reggere l’impatto con un campionato di Lega Pro Prima Divisione a vincere. Ed ancora, c’è chi serba del rancore nei confronti di Biancolino, che non volle seguire le sorti della squadra in serie D, e coloro che invece anche a distanza di tempo comprendono la scelta dell’epoca fatta dal Pitone. Comunque sia, la benedizione del presidente c’è, visto che Biancolino è stato aggettivato come attaccante di razza, tutt’altro che a fine carriera. Ed allora, come si suol dire in questi casi, se son rose, fioriranno.
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