La società della Vis Ariano è amareggiata. Nel servizio di Gianni Vigoroso, andato in onda due giorni orsono, si evidenziava la lungaggine non giustificata delle operazioni di adeguamento del Renzulli, ma anche l’amarezza della dirigenza relativa alla mancata possibilità, per il pubblico arianese, di accompagnare la squadra nelle gesta sportive, dando quel necessario supporto alla squadra,ma anche quella pressione emotivamente determinante sulle decisioni dell’arbitro della gara pareggiata contro la Bisaccese, che era costata l’eliminazione dalla Coppa Italia. Insomma, la presenza del pubblico come dodicesimo uomo in campo non appare cosa solo teorica. L’Ariano ha sperimentato sulla propria pelle la grave penalizzazione che nasce dalla mancanza di pubblico sulle gradinate, e soprattutto rischia di arrivare, dopo anni di attesa, al debutto in Eccellenza senza l’appoggio dei tifosi. Una situazione paradossale, nella quale la società arianese si trova a causa dei ritardi accumulatisi nella ristrutturazione dello stadio. Peccato, perché sarebbe stato importante avere dalla propria parte il pubblico amico, in un incontro nel quale non sarà importante solo il riscatto dalla sconfitta subita all’esordio in Eccellenza, ma sarebbe importantissimo impattare bene sul propri terreno di gioco, per liberare la mente e giocare in maniera più rilassata le gare casalinghe. In assenza di un provvedimento di chiusura del Renzulli, quella di oggi sarà una giornata decisiva. Certamente se non arriva il certificato di agibilità difficilmente il Prefetto autorizzerà la presenza di tifosi all’interno dello stadio. D’altronde la presenza di impalcature rende evidente lo stato di pericolo che presenta la struttura attualmente. Ed allora solo domani mattina si potrà conoscere quale sarà la decisione in merito alla disputa della gara contro la Mariglianese. Paradossalmente, sarebbe stato preferibile giocare in campo neutro, lontano da casa, ma dando la possibilità ai tifosi, seppure in numero ridotto, di assistere alla partita. Certamente la squadra cerca di restare estranea alla vicenda, concentrandosi sulla questione più importante: badare a vincere la prima gara casalinga della stagione. Ma è ovvio che con queste premesse un po’ di tranquillità inevitabilmente viene meno, ed anche l’elemento di concentrazione tende a diminuire. D’altronde il bello del calcio nasce proprio dal connubio tra squadra e pubblico, e quando quest’ultimo fattore viene meno, a perderne è lo spettacolo nel suo insieme.
Commenta l'articolo