La vetrina finale, come simbolo della squadra nel suo insieme, spetta a Pino Sacripanti, un allenatore che con caparbietà ed umiltà ha saputo potare Avellino ad un passo dalla finale. La sua squadra si è arresa solo di fronte ad una Reggiana che ha fatto una partita solida, ma che è stata probabilmente decisa dall’errore sotto canestro dei banco verdi e dai due canestri al ventiquattresimo secondo di Kaukenas e Aradori nei minuti finali, che hanno cambiato la gara dopo che i biancoverdi si erano spinti fino a -3. Dopo la finale di Coppa Italia, la rimonta dal quattordicesimo posto, con una rincorsa impossibile che ha portato la Sidigas sino a gara sette delle semifinali, con l’handicap del fattore campo, che è stato decisivo sulle sorti della serie. La bolgia del Pala del Mauro ha dato una spinta che purtroppo ieri è mancata. Sacripanti ha sottolineato questo aspetto a fine gara, evidenziando come si è passati da 1600 spettatori presenti sugli spalti fino ad arrivare a riempire il palazzetto, con i ripetuti sold out delle tre gare di semifinale. Sacripanti parla da allenatore riconfermato, quando conclude dicendo: “Quello che abbiamo fatto è qualcosa di incredibile, ma stasera onestamente non mi importa, preferivo la vittoria. Da domani dovremo essere più razionali. Vogliamo costruire partendo da qualche riconferma. A mente fredda capiremo quello che si è fatto e inizieremo a progettare il futuro insieme alla società”. Le basi sono solide. Non si può che pensare positivo.