Un comunicato della società per annunciare che la squadra si sta allenando regolarmente e che a parte il lungodegente Crow, il resto della squadra è stata per questa settimana sempre disponibile ed agli ordini di coach Tucci. Quasi una volontà di mostrare che dopo la sconfitta nel derby contro Caserta la situazione è ritornata alla normalità, che non vi sono problemi di sorta. La Scandone cerca di essere la solita squadra normale, appunto, senza dovere per forza di cose avvicinarsi alla trasferta di Venezia che la vedrà protagonista tra due giorni con l’affanno della squadra che sa di essere sull’orlo del baratro. Certamente lo spirito non può essere dei migliori: la formazione allenata da Tucci ha rimediato una sconfitta, l’ultima, che probabilmente brucia e fa male più delle altre. Perché è stata gettata al vento l’occasione toccata con mano, di potere finalmente uscire dal momento di crisi con una vittoria convincente, perché un derby dà il doppio delle energie e fortifica le convinzioni in caso di successo, perché, soprattutto, vincere contro Caserta avrebbe messo a tacere una serie di polemiche che invece si sono rinvigorite. La squadra ora deve dare una risposta sul campo, altrimenti davvero si corre il rischio di sprofondare. I sei punti che compongono il magro bottino della squadra avellinese, vanno rinfoltiti, considerato soprattutto che alle spalle della compagine biancoverde c’è solo una squadra. Invertire la rotta è dunque d’obbligo per Avellino e per Tucci, che in caso di nuova sconfitta potrebbe anche per la prima volta essere messo in discussione. L’allenatore continua a professarsi tranquillo e nella conferenza stampa che anticipa la gara potrebbe confermare questa sua convinzione. La squadra, aveva sostenuto subito dopo la sconfitta contro Caserta, più che non sapere cosa fare, opera scelte di gioco giuste, ma la sfortuna spesso non consente a che le giocate si trasformino in occasioni fruttuose. Questione di obiettivi non raggiunti, dunque, ma il gioco per il tecnico va bene, la squadra c’è. Occorre solo che maturino i tempi giusti per far sì che si esca dal tunnel che sa contraddistinguendo un cammino iniziato in salita e che sta assumendo ora i caratteri dell’impresa. Contro Venezia non ci saranno rivoluzioni. Non sarebbero opportune, né sarebbe possibile, con gli uomini che si hanno a disposizione, mutare assetto. Il mercato, dopo l’acuto di fine anno, tace, e forse è proprio questo l’elemento più preoccupante in questa fase.