Si chiude con una sconfitta onorevole per 77-62 la due giorni del trofeo Gavagnin al Palazauli di Battipaglia. Le ragazze di coach Ferazzoli, dopo aver superato nettamente in semifinale Salerno (66-35), si sono confrontate nella finalissima per il primo posto con le padrone di casa della Techmania Battipaglia, neopromosse in massima serie che in semifinale avevano lasciato solo le briciole a Castellammare (86-45). Dal sito ufficiale della società arianese, un commento tecnico approfondito della gara. Le irpine, nonostante le assenza di Micovic e Dominguez (per Battipaglia out Williams e Ndjock), hanno giocato una gara a viso aperto senza timori reverenziali, facendo match pari per tre quarti di gara. Confermate in toto le buone indicazioni di venerdì in termini di mentalità, approccio e spirito di sacrificio. Dal punto di vista tattico note positive sono arrivate dalla difesa sulle esterne avversarie e dalla buona circolazione di palla in alcuni frangenti di gara. Il break decisivo a favore di Battipaglia nel terzo quarto è da leggersi in un calo di lucidità proprio in fase offensiva, in qualche forzatura di troppo che ha prestato il fianco alla tradizionale efficace transizione battipagliese. Prestazione da miglior realizzatrice del torneo quella di Valentina Maggi: 21 punti in finale e 37 complessivamente nella due giorni. La guardia argentina ha dato un saggio del suo talento con l’auspicio che possa essere il viatico per una stagione di spessore superiore alle precedenti. Sul perimetro i segnali postivi sono stati abbastanza diffusi. Si va dalla sorpresa di Elisa Mancinelli (23 punti in due gare) che, oltre a non far sentire l’assenza di Dominguez, ha lanciato chiari segnali di voler essere protagonista a Marisabel Santabarbara che sta continuando il percorso di crescita intrapreso lo scorso anno sotto la guida di coach Agresti. Tay Madonna ha mostrato personalità, visione di gioco, una buona dinamica di tiro, patendo solo nella seconda parte di gara contro l’indemoniata Bonasia. Sotto le plance coach Ferazzoli attende il rientro di Micovic ed ha concesso tanti minuti a Valeria Albanese che ha ripagato con impegno al di là dei propri limiti. Chesta, ancora spuntata da oltre l'arco, ha cercato di sopperire con l’intelligenza e l’esperienza al gap fisico e di velocità contro le pari ruolo avversarie. Da rivedere le prestazioni di Marta Vargiu e Gabriè Narviciute apparse leggermente in ritardo rispetto alle compagne, ma che hanno qualità e mezzi per poter essere determinanti nell'equilibrio di squadra che si sta ricercando.
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