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Vis Ariano Calcio, i dirigenti si difendono dall'accusa di antisportività

L’Irpinia ha subito l’ennesima ingiustizia. Le zone interne sono state ancora una volta penalizzate. Parola dei dirigenti della Vis Ariano, che ancora una volta scrivono a quelli dell’Intercasertana, chiarendo la propria posizione. Si spera si sia giunti all’ultimo atto di una polemica che rischia ora di divenire sterile

Calcio

“Noi della Vis Ariano siamo semplicemente un manipolo di appassionati che cercano, tra immensi sacrifici, di miscelare l’attività calcistica con quella sociale, mettendo quest’ultima al primo posto”. Così inizia l’ennesima lettera aperta da parte del club del Tricolle, stavolta indirizzata direttamente alla società dell’Intercasertana. Continua così la diatriba, che rischia ora di divenire stucchevole ed improduttiva. Ma la risposta stavolta arriva sulle accuse di antisportività lanciate dalla società casertana al club arianese. “Ariano Irpino è il secondo centro della provincia di Avellino, per importanza, per numero di abitanti, per tradizioni e soprattutto per cultura, il tutto scandito dagli innumerevoli uomini illustri che nel corso dei secoli hanno scritto la storia della città, per cui quanto a civiltà, al rispetto del prossimo, al saper accettare le sconfitte sul campo, possiamo solamente impartire lezioni” prosegue il comunicato. “Una dozzina di anni tra Interregionale e Serie “ D “ , la permanente presenza nei massimi campionati regionali ( Promozione ed Eccellenza ), il conseguimento di tantissime vittorie, ( al cospetto di investimenti economici ponderati) , testimoniano quanto di positivo è stato fatto dai nostri concittadini dal dopo guerra ad oggi”. E di fronte alla meraviglia mostrata dall’Intercasertana per i toni giudicati irriguardosi nei confronti della federazione, la Vis Ariano risponde: “E’ d’obbligo far rilevare che attraverso i precedenti esposti e comunicati, la Vis Ariano Calcio non ha mai oltraggiato, il Presidente, i Dirigenti e i Calciatori dell’Intercasertana ( Real Cervino) , tantomeno il Comitato Regionale Campania e tutti i suoi esponenti. Evidentemente la non condivisione di taluni comportamenti, di talune decisioni, oggettivamente errate nei contenuti, nelle forme e in particolar modo nei tempi, hanno messo a dura prova la suscettibilità delle parti. Poi quella che possiamo considerare la chiosa della vicenda. “Sul caso “ Santonastaso “ vista l’evidenza dei fatti, vista la chiarissima sentenza emessa , è oltremodo superfluo commentare un’irregolarità di tale portata. Superfluo, è anche sindacare sulla buona fede di chi ne ha la responsabilità. A questo punto Vi chiediamo: a posizioni invertite, cosa avreste fatto?  Assolutamente la nostra non è una forma di vittimismo, ma è più che evidente, come accade in politica, come accade nel sociale, che questa è l’ennesima sconfitta immeritata delle zone interne della nostra, sempre più, martoriata regione”. Resta l’amaro in bocca per tutto quanto accaduto. Ma ora è davvero il caso di mettere la parola fine alla vicenda, che rischia altrimenti di trasformarsi in una farsa senza senso. Rimboccarsi le maniche e ricominciare è l’unica strada consigliabile per riacquistare credibilità e soprattutto per rispondere con ni fatti ad una situazione oggettivamente incresciosa.

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