Il problema della Vis Ariano è l’attacco. Inutile girarci intorno. La squadra di Del Vecchio ha messo a segno solo dodici reti. Peggio, con undici realizzazioni, ha fatto soltanto il Calpazio fanalino di coda. Una situazione che è sotto gli occhi di tutti e che non trova soluzioni. La squalifica che ha tenuto il bomber della squadra Guardabascio fuori dal campo per due turni ha complicato ulteriormente la situazione lì davanti. L’arrivo di De Biase non ha fino a questo momento prodotto i frutti sperati. La difesa è bene o male in linea con quelle che sono le medie salvezza in fatto di gol subiti, ma non basta questo se lì davanti non si butta la palla in rete. Troppo spesso si sono sprecate occasioni grandissime. La partita emblematica in tal senso resta quella contro la ormai ex capolista Sarnese, nella quale l’Ariano ha, senza esagerare, mandato al vento tre occasioni nitide, prima di passare in vantaggio, poi di riequilibrare il match. Con queste prerogative dunque, bisogna incidere proprio lì davanti. Eppure le squadre di del Vecchio non sono mai state guardinghe o propense alla difensiva. Ed infatti l’Ariano le sue partite se le è sempre giocate a viso aperto. Ma è la finalizzazione che difetta. Se si esclude una vittoria netta, quella per tre a zero proprio ai danni dell’ultima della classe Calpazio, la formazione del Tricolle non è mai riuscita a convincere sotto il profilo realizzativo. E stavolta sono i numeri a parlare. Lo stesso Guardabascio, che solo qualche stagione fa guadagnava i titoli di molti giornali per la sua straordinaria vena realizzativa, oggi appare molto meno prolifico. La soluzione però, e tanto è dimostrato dai vari tentavi operati dalla società sul mercato e da Del Vecchio in mezzo al campo, non va ricercata sul mercato, ma nella convinzione dei calciatori che hanno il compito di fare gol. Che sia un fatto di scelte individuali è testimoniato proprio dalla circostanza, provata, che le occasioni per la Vis Ariano ci sono sempre state in ogni gara e che a difettare è stata la mira o a convinzione nella conclusione. Insomma, Del Vecchio sembra debba lavorare sulla testa più che sui piedi dei suoi calciatori. Perché la salvezza della squadra del Tricolle passa attraverso il recupero della verve in attacco.
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