Una vittoria dedicata al Presidente, a colui che almeno nell’immaginario collettivo, e lo testimonia anche lo striscione apparso in suo onore al San Paolo di Napoli, rappresenta il simbolo dell’Avellino nella storia. L’addio a Sibilia non poteva essere onorato in modo migliore. E per un emblema del calcio avellinese che se n’è andato, non poteva che esserci il gol ad opera di colui che più di tutti oggi rappresenta agli occhi della nazione la squadra biancoverde. Gigi Castaldo, sempre lui, ancora una volta implacabile dagli undici metri. Ancora una volta irresistibile e goleador, tanto da volare in vetta alla classifica marcatori della cadetteria. A farne le spese, stavolta, il Catania, che solo tre giorni prima della trasferta in Irpinia aveva strapazzato la Virtus Entella, rifilandole cinque reti. Al Partenio la musica cambia. E l’Avellino concretizza l’ennesima vittoria di misura per volare nuovamente ad alta quota, e mettersi nella condizione di continuare a rincorrere le posizioni di primissimo piano in una classifica che, stando almeno a quanto recita sino ad oggi la stagione, resterà a lungo equilibrata. Ritornare a vincere per i Lupi era importantissimo, dopo il ko di Bari e due pareggi di fila, che avevano sensibilmente allontanato la squadra irpina dalla vetta della graduatoria. Tanto era accaduto in termini di posizioni, ma non anche in termini numerici, visto che comune la distanza dalla vetta era, ed è ancora oggi, di quattro soli punti. Ed allora non si era sbagliato Sannino, che alla vigilia del match di Avellino aveva sostenuto che doveva essere la sua squadra a preoccuparsi dell’Avellino e non il contrario. Non era solo pretattica quella del tecnico napoletano, che evidentemente aveva visto lontano, individuando nei biancoverdi gli avversari da temere sul serio. Stavolta ha funzionato davvero tutto alla perfezione nei meccanismi richiesti da Rastelli. La fase offensiva, quella in mediana, ma soprattutto la fase difensiva, che ha trovato protagonisti validi nonostante la penuria di elementi a disposizione del tecnico. Che continua a volare basso e chiedere di evitare facili proclami all’indomani di una vittoria. Ma quella di sabato era tutt’altro che una vittoria scontata. In molti avevano posto il Catania già fuori dalla crisi. L’Avellino lo ha ricacciato indietro, uscendo a sua volta da quell’imbuto di risultati che lo aveva costretto a due soli punti in tre partite. Ora l’obiettivo passa sulla continuità dei risultati. Sabato 8 novembre trasferta a Modena. Sarà dura ma per quest’Avellino non sembrano esserci limiti.
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