A pochi giorni dal cambio di guardia al vertice dell’Alto Calore, il sindacato torna a sparare a zero sulla gestione del presidente D’Ercole e del suo vice Abate. Nel mirino, ancora una volta, i conti dell’azienda. In particolare quei quattordici milioni di euro di debiti accumulati in tre anni.
Un cifra che va ad aggiungersi ai 70millioni di euro di debiti realizzati dall’Alto Calore nei settanta anni precedenti. I segretari di categoria di Cgil, Cisl e Uil snocciolano dati e ricordano che fin dall’inizio il rapporto è stato conflittuale. Sin da quando il Cda propose un efficientamento dell’ente. Con il passare del tempo poi non solo sono aumentati i debiti, ma anche la liquidità in banca è passata da 6milioni di euro a un solo milione. A fronte di questa situazione finanziaria, sono aumentati i costi del personale. Il sindacato denuncia aumenti in busta paga per migliaia di euro al mese elargiti a dirigenti e funzionari.
Le organizzazioni, poi, respingono le accuse di essere manovrate politicamente e di voler avvelenare il clima. Per il futuro la proposta è quella di riaprire un confronto per salvare una azienda che rischia il fallimento. Il 24 luglio ci sarà l’elezione del nuovo Cda, tra i nomi in pole per la presidenza c’è anche quella di Generoso Cusano del Pdl.
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