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Crisi e povertà, Don Costantino Pratola: mancano i soldi per viveri e bollette

La Campania è tra le regioni più povere d’Italia: oltre un quarto delle famiglie non riesce ad acquistare beni essenziali. I poveri aumentano anche in Irpinia. Per Don Costantino Pratola, direttore della Caritas di Ariano, i dati registrati dall’Istat sono davvero allarmanti.
              

Caritas

Anche l’Irpinia messa in ginocchio dalla crisi e dalla povertà, che in Campania come nel resto d’Italia ha raggiunto livelli record. L’Istat non registrava dati così allarmanti dal 2005. Di fronte a tali criticità, cresce il numero di coloro che cercano sostegno nelle Caritas diocesane. Per Don Costantino Pratola, direttore della Caritas di Ariano Irpino, i dati diffusi dall’Istat sono dolorosi. “Sembra una crisi senza fine – spiega il Parroco - . Negli anni scorsi molti evitavano di rivolgersi alla Caritas perché potevano contare sull’aiuto dei familiari. Potevano contare su piccoli risparmi, oggi esauriti. Oltre che per i viveri, molti vengono qui – continua Don Costantino - perché non riescono a pagare le bollette di acqua, luce e gas; perché non riescono a pagare l’affitto di casa, e cosa ancor più grave non hanno i soldi per i ticket di medicinali e analisi, spesso rimandate proprio per indigenza.” I negozi di Ariano, come nota il Parroco, non sono più frequentati come un tempo. I bar alle otto di sera si svuotano e si cerca di limitare il più possibile l’uso delle auto. C’è uno scetticismo diffuso: i cittadini non credono più nello Stato e nelle autorità, in chi insomma dovrebbe garantire il loro benessere”, conclude Don Costantino.   
In Italia sono in tutto 9 milioni le persone in condizione di povertà. 4 milioni quelle che vivono in condizioni di povertà assoluta, che sono costrette cioè a privarsi dei beni essenziali. Le situazioni più gravi si registrano proprio in Campania. L'incidenza di povertà assoluta è aumentata tra le famiglie con tre o più componenti. Oltre che tra gli operai e i lavoratori in proprio, la povertà aumenta anche tra gli impiegati e i dirigenti. La grave crisi economica ha portato insomma al di sotto del minimo di sussistenza una gran fetta della popolazione. Ora oltre che dei poveri bisogna occuparsi anche dei poverissimi.

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