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Dimezzamento distacchi sindacali, D'Acunto (Cgil): "E' contro le norme comunitarie"

Fp Cgil

Da Marco D'Acunto, Segretario generale Fp Cgil, riceviamo e pubblichiamo:
"Ad otto colonne sui quotidiani di oggi leggo della circolare attuativa sul dimezzamento dei distacchi dei rappresentanti dei lavoratori. Forse è meglio che il governo impari a chiamarci così e non, semplicemente, “sindacalisti”. La norma che ha previsto il dimezzamento è, semplicemente, un attacco alla democrazia sindacale ed è anche in contrasto con le norme comunitarie a cui il Governo, per altri versi, obbedisce ossequiosamente nonostante la forza derivantegli dal risultato elettorale delle ultime europee.
Io, dipendente pubblico, in distacco sindacale, non intendo trincerarmi dietro alcun corporativismo, ma rivendico il fatto che in distacco, come tanti altri miei compagni e/o colleghi di altre sigle sindacali che dal primo settembre rientreranno alle amministrazioni di appartenenza, lavoro da anni per rappresentare i lavoratori e per l’attuazione di prerogative previste dalla legge. Questo è inconfutabile. Sfido qualunque Ministro e qualunque Presidente del Consiglio a dimostrare il contrario. Vengano a vedere il lavoro che svolgiamo ogni giorno, siamo qui, siamo pronti! 
Certo, comprendiamo bene che può dar fastidio quando si tratta di lavoro anche di critica, di stimolo, di proposta quando non di denuncia. Forse è questo che turba il Ministro ed il Presidente del Consiglio: che a tutti i livelli non si vuole che il manovratore sia disturbato.
A questi ultimi vale la pena di ricordare che i problemi della pubblica amministrazione italiana sono complessi ed innumerevoli. 
Un esempio: questa mattina una lavoratrice segnala che stando alla certificazione del Ministero delle Finanze avrebbe diritto alla esenzione dal ticket sanitario. Ma lei, visto il valore dei redditi certificato dal Ministero delle Finanze, si è accorta, insieme al suo medico curante, di non averne diritto. Vuole risolvere la questione: è una lavoratrice onesta. Il medico curante le dice che non ha alcun potere di risolvere la questione ma che ha difficoltà a non emettere ricette con l’esenzione. Ci rechiamo all’Asl per comprendere come risolvere la vicenda. La risposta dell’Asl è che l’Azienda non ha alcuna voce in capitolo e che bisogna rivolgersi all’Agenzia dell’Entrate. Contattata l’Agenzia delle Entrate ci fanno sapere che non sono competenti a risolvere il fatto. La soluzione sarebbe: “Dite al medico di non segnarvi l’esenzione”.
L’immensa farraginosità, la burocrazia, il doppione di competenze, l’incertezza dei procedimenti: questi sono i problemi che attanagliano la pubblica amministrazione italiana e sono tutti derivanti da un coacervo di leggi e leggine sulle quali ci si aspettava da questo Governo una enorme semplificazione mantenendo le necessarie misure di legalità e trasparenza. E questo non si risolve con la circolare sui distacchi sindacali. In Italia ci sono decine di norme che attendono i decreti attuativi, ma nulla. Per contro, la circolare sui distacchi sindacali arriva puntualissima.
Unica, demagogica, mossa ad oggi del Governo: come se mettere il bavaglio ai sindacati (perché di questo si tratta), dimezzandone la rappresentatività, risolvesse in un sol colpo tutto il mal funzionamento della macchina statale. Peraltro, la norma e la conseguente circolare disattendono precise norme comunitarie come la “Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori” e le norme sul diritto alla consultazione e informazione dei lavoratori.
Quello che è sicuro è che il sindacato non arretrerà di un millimetro la sua azione. Con questo intendo tranquillizzare le centinaia e centinaia di lavoratori iscritti alla FP CGIL di Avellino che ogni giorno si rivolgono alla nostra organizzazione.
Quanto al resto, ha perfettamente ragione la segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso: il governo Renzi sul tema della riforma della Pubblica Amministrazione non ha coraggio e vara norme che, nel complesso, mirano a riportare il lavoro pubblico sotto l’egida della politica. Altro che semplificazione, altro che trasparenza!" 

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