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Fanghi e materiale sospetto, la terra restituisce ciò che la camorra ha sepolto

rifiuti tossici

Bisogna attendere gli esiti delle analisi ma l’allarme c’è, non può essere nascosto. Si aspetta solo che venga dichiarato lo stato di emergenza ambientale. La terra dei fuochi ora straborda di rifiuti. Le ruspe stanno continuando a lavorare. Scavano da due giorni nel terreno avvelenato di Casal Principe che sta restituendo fanghi industriali, materiale ferroso e sospetto. Forse mercurio. Si lavora a 5 metri da una falda acquifera e il timore è che anche questa sia contaminata. Di fronte, una ludoteca chiusa prima che cominciassero le operazioni di scavo. Al dare il via ai lavori, la procura della repubblica di Napoli dopo la rivelazione di un pentito di camorra del clan dei casalesi che avrebbe avuto un ruolo materiale nell’operazione di interramento dei rifiuti pericolosi a Casal di Principe. La zona interessata dai lavori di scavo è ad alto rischio contaminazione e si teme che ci sia l’equivalente di 20 camion di fanghi e rifiuti. Per i risultati delle analisi bisognerà aspettare una settimana. L'Arpac ha prelevato campioni di sostanza melmosa che dovrà essere esaminata per determinarne la composizione. La gente che vive in quest’area ha paura. Ogni giorno di più. Per alcuni dietro la scoperta dei fanghi industriali e dei veleni non c’è niente di nuovo. Don Patriciello è sul posto. Acerra, Caivano, Marcianise: da qui parte il grido di protesta. Intanto è partita la campagna di sensibilizzazione rivolta al Papa e al Presidente della Repubblica. Sono state inviate 45mila cartoline alcune delle quali ritraggono madri con le foto dei figli morti per tumore a 22 mesi, a 9, a 13, a 15 anni. Sono pronte altre 100mila cartoline che Don Patriciello vuole inviare anche all’Onu e alla Comunità Europea. L’allarme c’è: qui le persone muoiono più che altrove. Per i deputati campani Luciano Cimmino, Antimo Cesaro ed Angelo Antonio D’Agostino, come si legge in una dichiarazione congiunta, è indispensabile che il governo centrale e quello regionale dispongano un monitoraggio delle parti di territorio indicate come sospette ed intervengano con un piano di risanamento ambientale impegnando tutte le risorse necessarie.

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